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Addio Lazio, vado all’Inter per vincere!

Tanti i calciatori che hanno abbandonato la capitale immaginando un futuro ricco di successi all’ombra della Madonnina, pentendosi poi, forse, della decisione presa

Inter-Lazio. Non solo una grande sfida, ma un asse di mercato sempre caldo che negli ultimi anni sembra essere il canale privilegiato per gli addii di molti biancocelesti. Situazioni analoghe, ma con un medesimo finale. Promesse di amore con l’aquila sul petto, tradite immediatamente alla prime sirene interiste.

Hernanes– Volgendo lo sguardo indietro di pochissimi anni, il primo ad abbandonare la capitale per approdare in nerazzurro è stato il “profeta”, nell’ultimo giorno del mercato di riparazione 2014, con un addio dal sapore più che triste, forse patetico (in pochi dimenticheranno infatti la scena del regalo degli scarpini al tifoso fuori dai cancelli di Formello con annesso pianto disperato).

Un’esperienza, quella nella scala del calcio, arricchita da pochi sussulti, con sole sette reti in 42 presenze, prima del trasferimento alla Juventus, piazza dove il brasiliano trova ancora meno spazio. Un desiderio, quello di Hernanes nel lasciare la Lazio, di affermarsi in un grande club alzando trofei; una profezia rivelatasi errata.

Candreva– Cambiano i protagonisti, ma non la trama ed il finale. Il centrocampista romano, rinato nella Lazio grazie alla nuova posizione in campo creata ad hoc per lui da mister Reja, dopo un primo periodo difficile, promette amore eterno alla curva Nord, dichiarando di essere pronto anche a vestire la fascia da capitano. Tra il dire ed il fare, però, c’è di mezzo di mare. Nell’estate del 2015, causa addio di Mauri, la Lazio cerca un nuovo capitano: Antonio è tra i papabili, ma la società gli preferisce Biglia, mossa dal principale intento di convincere l’argentino a rinnovare il contratto. Il numero 87 non la prende bene e già dai primi mesi del campionato si rincorrono voci di una sua cessione all’Inter a fine stagione, poi realmente nell’estate successiva.

Al Meazza, Candreva deve ripartire da zero e conquistare la posizione ottenuta nella capitale a suon di cavalcate sulla fascia. Queste però, dopo i primi mesi, cominciano a scarseggiare, relegando l’ala destra sempre più frequentemente in panchina. Ad oggi, con l’Inter ha all’attivo 88 apparizioni con soltanto sette segnature. Un bilancio un po’ magro che forse, talvolta, fa risuonare nella mente di Antonio una voce che si domanda se non fosse meglio l’aria di mamma Roma.

De Vrij– Situazione più complessa quella del difensore olandese. Lotito lo acquista nel 2014, subito dopo essere stato eletto miglior difensore del mondiale brasiliano. Fin dalle prime uscite Stefan, nonostante la giovane età, dimostra di saper guidare al meglio il reparto difensivo. Un primo campionato da incorniciare, un secondo da cestinare, per colpa di un infortunio al ginocchio che lo colpisce ad inizio novembre e lo costringe a tornare in campo nella prima giornata del campionato successivo. De Vrij è fermo ai box, ma la Lazio non lo abbandona e gli rinnova comunque il contratto. Archiviato il periodo nero, nelle due stagioni seguenti i postumi dell’infortunio continuano talvolta a farsi sentire costringendo mister Inzaghi, in alcune occasioni, a concedere riposo al centrale olandese. Nonostante la grande disponibilità dimostrata dalla società, De Vrij, in scadenza di contratto nel 2018, decide di non rinnovare neanche dietro la promessa di una cessione a seguito del versamento di una clausola rescissoria di pochi milioni di euro, utili per rimpiazzarlo validamente.

Così nella scorsa estate passa alla corte di Spalletti dove, insieme a Skriniar, forma un coppia difensiva tra le migliori della serie A. Le prestazioni sono certamente buone (da cancellare quella contro l’Eintracht Francoforte che condanna i nerazzurri all’eliminazione in Europa League), ma non tali da portare in bacheca a fine anno un trofeo, se non la qualificazione in Champions League, obiettivo minimo stagionale.

Nei tre incroci con i suoi ex compagni Stefan non ha mai giocato (nemmeno domenica sarà della partita a causa di un problema muscolare): caso fortuito o qualche altro fattore imponderabile?

Carlo Peroni

 

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