Lazio Napoli è stata una bella partita. Partiamo da questo presupposto e dal fatto che sarebbe stato bello parlare di questo
Invece ci tocca parlare delle dichiarazioni di Sarri.
Che, personalmente, ritengo irricevibili.
Non entro nel merito degli episodi, che alla fine non vedo neanche così gravi ( si tratta di una spinta in area prima del gol di Kim come se ne vedono su ogni calcio d’angolo e di un contrasto da potenziale rigore fra due giocatori che si smanacciano vicendevolmente), ma è evidente che ciò che è stato detto non aiuta nessuno.
In primis, non aiuta la Lazio. Che perde una partita, ma giocandola alla pari e che vede improvvisamente spostata l’attenzione su qualcosa che non le compete.
Non aiuta la Lazio a vivere serenamente il rapporto con gli arbitri nelle prossime partite. Immagino che al primo fischio contro per un fallo a centrocampo i giocatori possano sentirsi defraudati o legittimati a lamentarsi più del dovuto.
Non aiuta gli arbitri. Che non avranno un atteggiamento sereno nel giudicare le azioni chiave delle partite della Lazio, perchè potrebbero essere influenzati dal timore di sbagliare e finire nell’occhio del ciclone o essere inconsciamente inclini a farla pagare a chi ha messo in dubbio la buona fede del loro operato.
Non aiuta il pubblico. Non stiamo neanche a sottolineare perchè. Incitare folle, a volte poco votate al ragionamento, ad accanirsi contro un possibile nemico immaginario non è il degno di un professionista serio.
Non aiuta Sarri. La cui nomea è quello di un allenatore che sa far giocare le sue squadre, propone un bel calcio, vive il campo con la consapevolezza di chi ha fatto la gavetta e sa cosa vuol dire sudarsi i risultati. Per tutti questi motivi Sarri è poco intelligente (lui userebbe un’altra parola) se spreca la sua reputazione in nome di una battaglia che non lo porterà da nessuna parte. Più campo e meno dialettica. Nella prima l’allenatore ex Napoli eccelle, nella seconda ha ancora tanto da imparare
Il calcio vive di episodi. Di passaggi errati, di palle che rimbalzano, di pali, di traverse, di centimetri che dividono un gol da un tiro fuori. Vive di infortuni , di gol sbagliati a porta vuota, di gol segnati da centrocampo. Fino a che non esisteva il var, viveva anche di quegli attimi in cui un guardalinee doveva giudicare un fuorigioco o un gol/non gol.
E quindi vive ancora, anche se in parte minore a prima di errori arbitrali. Sugli episodi il Var da regolamento non poteva intervenire. E cosi ha fatto. Regolamento sbagliato? Discutiamo se vale la pena cambiarlo, ma per ora questo è.
La vera rivoluzione nel calcio non la avremo con l’eliminazione dell’errore arbitrale, ma con l’eliminazione dell’errore personale. Tipico errore di alcuni allenatori e giocatori è quello di gridare al complotto alla prima stupidaggine (Sarri anche qui userebbe un’altra parola). Anche perchè ipotizzare in maniera aperta che c’è un piano anti-Lazio o anti-qualunque squadra è una roba da frustrati e falliti. Cosa che Sarri finora non ha dimostrato di essere. E’ come pensare che un centravanti che ha sbagliato un rigore si sia venduto la partita e andarlo pubblicamente a dire in conferenza stampa.
Cosa ne pensereste? Direste che è un pazzo!
E allora è giusto che Sarri si prenda una squalifica per quello che dice e per i modi in cui lo dice.
Gli addetti ai tifosi non possono fare i discorsi che fanno i tifosi al bar, perchè dopo un minuto ci annoiamo anche al bar; in diretta Tv non annoiano, ma sono a dir poco vomitevoli.
Quanto a noi tifosi, indipendentemente dai colori, non sporchiamo la passione che mettiamo nel seguire la nostra squadra, qualunque essa sia, andando dietro a certe teorie farlocche che hanno il solo risultato di infangare il gioco che più ci piace.
Spengiamo la lucina che ci fa fare discorsi da tifosi ciechi. Accendiamo la luce del cervello. Quella che Sarri, l’altra sera, forse ha deciso di tenere spenta in nome di un’austerity energetica del tutto personale
chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche
