Si fa un gran parlare delle decisioni dell’arbitro Skomina che avrebbe danneggiato la Roma impedendole di raggiungere il Real Madrid nella finale di Kiev.
Addirittura c’è che ipotizza che la vera finale sarebbe dovuta essere Roma-Bayern Monaco visti gli errori arbitrali anche a danno dei tedeschi.
Noi, come sempre, cerchiamo di vedere il calcio con i nostri occhi e formarci un convincimento attraverso quella che riteniamo, a nostro avviso, essere la verità adattabile alla fattispecie.
E allora sgombriamo innanzi tutto il campo da una considerazione: alzi la mano fra voi lettori di chi pensa che il Liverpool non abbia meritato la qualificazione alla finale.
Certamente nessuno.
Negare il concetto significa dimenticare la gara diandata quando per 70 minuti i Reds hanno letteralmente asfaltato i giallorossi seppellendoli di gol e occasioni mancate e concedendo due gol nel finale solo a risultato – e qualificazione – ampiamente acquisita.
Stessa cosa è avvenuta ieri sera: il Liverpool, nel primo tempo, non ha registrato alcun tiro in porta a suo carico e le uniche due occasioni della Roma sono state due regali (nel primo gol addirittura nessun romanista neanche a sfiorare la palla) e una deviazione sul proprio palo su un tiro facilmente parabile dal portiere.
Nel secondo tempo la reazione della Roma ha portato a creare qualche pericolo agli inglesi ma i due gol di Nainggolan sono arrivati – come all’andata – a partita e qualificazione già chiusa da un pezzo.
Sia nell’andata che nel ritorno, quando c’era da giocare, hanno giocato solo gli inglesi e la superiorità è stata schiacciante.
Veniamo all’arbitro Skomina, reo di tante malefatte.
1° episodio : rigore e mancata espulsione del difensore.
A nostro avviso, l’unico errore dell’arbitro è stato il non concedere il rigore e l’espulsione per fallo di mano in area del difensore inglese.
Va detto, però, che questo episodio è stato rilevato solo dalla poltrona e dalle immagini televisive perchè nessun giocatore in campo si è accorto del mani in area.
Riguardate le immagini: neanche El Shaarawy si è accorto di nulla e addirittura, Dzeko, che era li a due passi, ha smentito De Rossi che gli aveva appositamente chiesto se fosse stato mani o no.
Se non l’hanno visto i giocatori in campo a pochi passi dell’azione, perchè deve essere condannato l’arbitro che – come i calciatori – ha sempre due occhi?
Evidentemente, ciò che è apparso chiaro dalla TV non era visibile a occhio nudo con molta semplicità.
Se per voi questa è malafede…per noi no!
2° episodio: Rigore negato a Dzeko per fallo del portiere.
Qui, a nostro avviso, non c’ è alcun errore dell’arbitro perchè il regolamento VAR (Dzeko non in fuorigioco e fallo del portiere) in Champions League non è applicabile.
Valgono, in questa competizione, le vecchie regole che dicono che il guardialinee segnala all’arbitro- che subito fischia – il fuorigioco del centravanti al momento del passaggio.
Tutto ciò che avviene dopo, ovvero il fallo del portiere, è del tutto inesistente perchè il gioco era fermo.
Se non siete convinti, guardate anche in questo caso le immagini.
3° episodio: il rigore del 4-2 fischiato a favore della Roma.
Episodio inesistente e regalo dell’arbitro perchè il tiro dell’attaccante colpisce la mano del difensore perfettamente allineato al corpo e da una distanza ravvicinatissima.
Non è mai rigore in questo caso.
Come già avvenuto per Fiorentina-Lazio e per Inter-Juventus, questo è il nostro punto di vista su Roma-Liverpool: ci piacerebbe leggere il vostro pensiero al riguardo.

