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editoriali

MILAN – INTER STORY- 3a parte – Romanzo Popolare: Casciavit contro Bauscia

Nella settimana di Milan-Inter ripercorriamo il cammino del Derby di Milano, una partita che ha attraversato 110 anni di storia del nostro paese

Prima Parte https://momentidicalcio.com/2022/09/01/milan-inter-story/

Seconda parte https://momentidicalcio.com/2022/09/02/milan-inter-story-2/

 

E’ il 1974 quando nelle sale cinematografiche esce Romanzo Popolare, autentico capolavoro leggermente sottovalutato di un ispiratissimo Monicelli.

Più che un film si tratta di un dipinto. Il dipinto di una società vista attraverso gli occhi di una città: Milano.

Milano è l’anima industriale dell’Italia, ma vive quegli anni successivi al boom economico come un periodo di cambiamento. Milano sta cambiando, Milano vuole cambiare.

Ma come spesso accade fa fatica a volte ancora a farlo del tutto e a svoltare verso la modernità,perchè ancora legata ad un retaggio culturale passato che le nuove generazioni combattono e che quelle appena precedenti, pur sentendo antico e superato, hanno ancorato saldamente in loro stessi.

Il protagonista è Giulio, interpretato da un magistrale Tognazzi, operaio della fabbrica, come la chiama lui. Difende i diritti dei lavoratori, si fa portavoce delle loro lotte. E’ un milanista doc!

Giulio è un uomo dichiaratamente moderno nonostante non sia più giovanissimo; a lui non basta sentirsi parte di un processo di rivoluzione culturale giovanile che per l’anagrafe non gli spetterebbe, ma vuole esserne protagonista. La sua emancipazione lo porta ad innamorarsi di una ragazzina, Vincenzina ( Ornella Muti), che aveva tenuto a battesimo perchè figlia di amici e ora emigrata al nord. Si sposeranno e avranno un figlio. Seguirà un tradimento che non verrà vissuto dal marito con l’apertura mentale che dichiarava di avere.

Milano è sullo sfondo. Non la si vede nei suoi classici panorami cinematografici, col Duomo e le vie del centro. Appare la sua parte operaia. La Fabbrica è l’orizzonte sul terrazzo dei protagonisti, illumina la notte con le sue luci e sputa i suoi grigiori di giorno che si vanno a mescolare con la nebbia fitta e fredda.

Gli unici lampi di colore che appaiono forti e lucenti sono il rosso del rossonero del Milan, grande amore del protagonista e del suo rivale nel cuore di Vincenzina, il suo amico poliziotto (Michele Placido).

La figura di Milano nel film è centrale ed è descritta minuziosamente per quello che era negli anni 70. La Milano operaia, che assorbe la rivoluzione culturale del 68 e amalgama tutte le sue anime. Spesso contrapposte.

Anche nel calcio si crea questo dualismo. Come in tutte le città con un derby anche a Milano si crea quel luogo comune (che poi forse tanto luogo comune non è) per cui ad una specifica classe sociale o culturale di appartenenza si abbini una delle due squadre e all’altra la rivale per naturale contrapposizione.

E cosi i Milanisti diventano Casciavit e gli interisti Bauscia. Il Milan è la squadra che si associa agli operai , Cascivit in milanese significa appunto Cacciavite. Dall’altra parte i Bauscia, storicamente più borghesi e altolocati.Quelli dell’Inter

Nella colonna sonora del film, scritta e interpretata da Enzo Jannacci si fa proprio riferimento a questa differenza.

” 0 a 0 anche ieri sto Milan qui,

sto Rivera che ormai non mi segna piu

che tristezza il padrone non c’ha neanche sti problemi qui”

 

Il Milan e la fabbrica. L’Inter e il boom economico. Lavoro in settimana e svago la domenica. L’amore per una donna, la famiglia, la gelosia e il tradimento a completare il dipinto con sullo sfondo le differenze sociali e i conflitti fra nord e sud. Ancora profondissimi

Questa è la Milano che ci racconta Monicelli in Romanzo Popolare. Una Milano dura che lascia poco spazio ai sogni fra una famiglia da sfamare, un amore da custodire e la improcrastinabile scelta di subire o cavalcare un cambiamento in atto.

La domenica era l’unico sogno possibile. Lo stadio è lo svago con gli amici, il senso di appartenenza ad una fede che ti fa sognare di poter portare i propri colori a trionfare in Italia e in Europa

Milan – Inter è il derby di una città che lavora. Le due appartenenze che si contrappongono nella speranza di prevalere una sull’altra.

Le vittorie del Milan e dell’Inter sono lo sprone a veri e propri tentativi di riscatto sociale. Lo sport del resto, da sempre, è stato precursore di un percorso culturale più ampio.

Le lotte con bandiere e fumogeni dentro San Siro, faranno presto spazio a lotte più gravi.

Ma le strisce rosse del Milan e azzurre dell’Inter rimarranno gli unici colori nitidi che illumineranno una Milano annebbiata dal freddo e dalla fabbrica, dalle lotte politiche e dagli anni di piombo.

il 24 marzo del 1974, anno di uscita del film, l’Inter vinse 5a1 il derby di campionato, che cadde a metà delle due sfide di Coppa Italia in cui, anche lì, furono i nerazzurri ad imporsi.

Aprì le marcature Oriali, il più operaio dei Bauscia. Dopo 9 minuti era già 3 a 0 per l’Inter.

Segnò Mazzola, bandiera dell’Inter.

Per i Casciavit che si trovavano in fila davanti alla timbratrice della fabbrica per timbrare il cartellino, fu un lunedi difficile quello successivo

chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche

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