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Biraghi, la felicità di essere della Fiorentina

Un amore per il calcio nato da bambino

Ci milita dal 2020 ed è per lui, più che una squadra, una famiglia. Quello per la Fiorentina è, per Cristiano Biraghi, un amore granitico. E lo ha spiegato chiaramente in una lettera indirizzata a se stesso e pubblicata sui canali ufficiali del club. Con una stella polare a perenne ricordo, quella di Davide Astori. “A due anni – spiega- ancora prima di camminare, il pallone era la cosa più importante della tua vita, ricordi quando, dopo i cinque anni, per la prima volta, sei andato a dare due calcetti al pallone nel campetto del paese?”. Si comprende dalle sue parole che l’amore per la sfera di cuoio, anzichè affievolirsi, negli anni è lievitato. E, per uno cresciuto a pane e pallone, non sarebbe potuta andare diversamente.

Una passione mai sopita e sempre coltivata con tenacia

“E’ una passione che ti sei portato avanti ed è diventata sempre più impegnativa- aggiunge continuando a rivolgersi a se stesso in una sorta di autoanalisi – visti gli allenamenti e gli impegni scolastici, in testa avevi sempre e solo il calcio. Una grande passione per lo sport di squadra e le vittorie porta ad accettare e imparare anche le sconfitte, hai dovuto fare sacrifici che hanno forgiato il tuo carattere”. Insomma, tanti sforzi, tanti sacrifici, ma alla fine il traguardo della serie A. E con una delle formazioni più blasonate e prestigiose del panorama calcistico tricolore. Biraghi si sofferma poi sulle molte partite viste in televisione in cui  prendeva sempre più forma il suo sogno di approdare su un palcoscenico importante. E poi l’esortazione a se stesso di “continuare a migliorarti”. Nella consapevolezza che un calciatore non è mai arrivato del tutto e non è mai sazio di crescita e di trionfi.

Più forte dello scetticismo di alcuni

“Ci sono stati anche momenti negativi- prosegue-  le bocciature che hai subito da allenatori e dirigenti che non credevano in te”. Ma grande è stata la sua gioia per essersi preso la rivincita verso ogni scetticismo nei suoi confronti. E nel modo migliore, raggiungendo la fascia di capitano della squadra viola. E questo gli apre la strada a un ricordo dolce e robusto: “sappiamo cosa significhi la fascia da capitano della Fiorentina – dice ancora – è il ricordo di Davide Astori, indelebile, ciò che ci ha lasciato rimarrà per sempre con noi”.  E, infine, paradossalmente, ringrazia le persone che non hanno creduto in lui “perché ti hanno dato la forza per riuscire a raggiungere i  tuoi obiettivi”.

 

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