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editoriali

La storia di Fiorentina – Juventus – 1a parte- Lo Scudetto e la Sciarpa

La rivalità fra Fiorentina e Juventus è sempre esistita. La squadra Viola da sempre nel suo immaginario ha visto nella Juventus dei ricchi e potenti, nella Fiat, nella Grandeur Sabauda un rivale da combattere e da ostacolare perchè in aperta contrapposizione con lo spirito di superiorità culturale e storica di Firenze.

Ma l’esplosione di questa rivalità, che l’ha portata a valori massimi e a volte a sfociare anche in qualcosa di più antipatico di una semplice rivalità la si ha nella stagione 1981-82.

Fiorentina e Juventus dopo una cavalcata appassionante si trovano a pari punti in vetta alla classifica prima dell’ultima giornata di campionato.

Tutto si decide in 90 minuti, o forse neanche, l’ipotesi spareggio esiste ed è plausibile.

Il presidente viola Pontello, sbarca a Cagliari con la squadra e rilascia un’intervista. Giusto il tempo di bollare Agnelli, dicendo che in fondo “è solo un metalmeccanico”. La Juventus è a Catanzaro.

I primi tempi su entrambi i campi vedono le sue contendenti impantanate dalla difesa ad oltranza degli avversari e forse dalla loro stessa paura.

Nel secondo tempo ecco l’episodio. A Cagliari. Graziani di testa su cross di Antognoni segna. Ma dura la frazione di un secondo e la gioia viola viene strozzata dal braccio dell’arbitro che segnala il più classico fallo di confusione in area. Si rimane 0a0. Doccia fredda per la Fiorentina che si rabbuia su se stessa e non riesce più a reagire.

Dalla radio arriva poi la doccia fredda. La Juve passa. Gol su rigore , sacrosanto! Ma sacrosanto era anche un rigore nel primo tempo per i calabresi per fallo di Brio su Borghi.

La Juventus è Campione d’Italia e si cuce la seconda stella sul petto. La Fiorentina vede svanire un sogno che durava da 13 anni e che durerà ancora fino ai giorni nostri.

Era il 16 maggio 1982.

Pochi giorni dopo sarebbe partita la spedizione in Spagna della Nazionale Italiana che ci avrebbe riportato la Coppa del Mondo dopo 44 anni.

Era in corso la Guerra delle Falkland fra Argentina ed Inghilterra, Romina Power dominava le classifiche con “il Ballo del Qua Qua” e appena una settimana prima era morto Gilles Villeneuve a bordo di una Ferrari.

 

Passano gli anni, 8 per la precisione. E’ l’estate del 1990. L’estate delle notti magiche! Ma non sono notti magiche a Firenze. Il campionato è finito, ma l’epilogo più drammatico per i tifosi Viola è quello europeo. La Fiorentina è arrivata in finale di Coppa Uefa e l’avversario è la Juventus. 3a1 per i bianconeri a Torino. Ritorno 15 giorni dopo. Ma non a Firenze perchè la Viola ha il campo squalificato. Si gioca ad Avellino. Noto feudo bianconero. La Fiorentina prova a ribaltare la situazione ma alla fine non ce la fa e cosi il sogno sfuma di nuovo.

Ma c’è di peggio. Tutto il finale di stagione è stato accompagnato dai rumors che vogliono Roberto Baggio pronto a lasciare Firenze. Destinazione Torino. La situazione non è chiara. I Pontello sembrano voler abbandonare. La cessione di Baggio sarebbe l’ultimo enorme incasso per rientrare e poi salutare. La piazza è in subbuglio.

Baggio ha anche altri pretendenti. Berlusconi è innamorato di lui e pronto al sacrificio economico per regalarlo ai suoi tifosi e a se stesso.

Ma i Pontello sembrano aver scelto e aver dato la parola : Juventus.

E il giocatore? sono altri tempi rispetto ad adesso. I giocatori contano meno, non possono imporre la squadra in cui vogliono andare e difficilmente possono anche impuntarsi sul restare.

La storia ci racconterà poi, ma allora non lo si sapeva, che la volontà di Baggio era quella di rimanere o quantomeno di non andare alla Juventus. Ma la società spingeva diversamente.

Baggio alla fine andò alla Juve. A Firenze ci furono giornate da autentica guerra civile. Contro la società, contro la Juventus. Anche contro Baggio. La sede Viola venne assediata, furono incendiati cassonetti della spazzatura. La polizia intervenne. Ne uscì un bilancio di danni e arresti importante.

Con queste premesse, il pomeriggio della prima partita di Baggio con la maglia della Juventus a Firenze si preannunciava tutt’altro che tranquillo.

La Juventus arriva a Torino in Primavera. Non è una grande Juve quella di Maifredi che a fine campionato riuscì nell’impresa di rimanere perfino fuori dalle Coppe Europee.

Anche la Fiorentina è mediocre: 12esimo posto.

Ma quella partita fu storica. La Viola dà tutto caricata dal pubblico che presenta una delle migliori coreografie della storia Viola. Tutto lo skyline di Firenze con i monumenti che fanno la storia della città in un contrasto di Viola e Bianco spalmati sulla Fiesole.

La Fiorentina passa con Fuser a fine primo tempo.

La Juve non c’è, e stavolta anche Baggio sembra fuori giri . I fischi pesano, per lui che malvolentieri se ne era andato.

Ma a inizio secondo tempo, tutto può rimettersi a posto. Rigore per la Juve. Il rigorista è sempre lui. Roberto. Parlotta con i compagni. Fitto. SI guarda intorno, poi si gira e si allontana dal dischetto e va De Agostini. Nessuno saprà mai se Baggio veramente non voleva tirare quel rigore per non dare un dolore alla sua ex squadra o perchè sapeva che il portiere Mareggini conosceva bene il suo modo di tirarli essendosi sfidati tante volte in allenamento.

Fatto sta che il rigore lo tira DeAgostini. E che il calcio è strano e beffardo . Mareggini lo para. Lo stadio esplode. Lazaroni, allenatore brasiliano della Fiorentina, corre esultando per metà campo. La festa continua. La Fiorentina è sempre avanti

Passano pochi minuti e Maifredi decide di sostituire Baggio, regalandoci una delle sequenze più emozionanti della storia di 130 anni di Serie A.

Baggio esce si avvia verso gli spogliatoi accompagnato da parecchi fischi. Firenze è l’amante tradita. Esce dal terreno di gioco, percorre il pezzo di campo che costeggia la tribuna per entrare nel tunnel che lo porterà verso la doccia. Dagli spalti gettano una sciarpa viola. Lui si china, la raccoglie e se la mette al collo, continuando a camminare a testa bassa. I fischi cessano di li a poco e la parte di applausi man mano aumenta fino a diventare preponderante.

Quel gesto costerà a Baggio più di quello che sembra in quel momento. Sarà sempre quello che ha raccolto la sciarpa viola, rinnegando un po’ la Juve. Quando a Torino arriverà DelPiero, questa cosa nel cuore dei tifosi bianconeri avrà un peso.

Ma per ora non lo sa.

E’ il 6 aprile 1991: Maradona è da poco stato trovato positivo per cocaina. Sta per finire la sua storia a Napoli. Sofia Loren è premio Oscar alla Carriera. Un fiorentino che festeggia c’è: è Marco Masini in testa alla hit parade con “Perchè lo fai”. La Georgia sta dichiarando la sua indipendenza e pochi giorni dopo esploderà e poi affonderà la petroliera Haven a largo di Genova.

La Fiorentina ha vinto.

Baggio è negli spogliatoi, con la sciarpa Viola al collo

 

 

chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche

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