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Caso Juve: si indaga su possibili sanzioni alle società partner che hanno condiviso le plusvalenze

La Juve, ma non solo. Il caso plusvalenze è un possibile terremoto per il calcio italiano e fa preoccupare anche altri club. La lettura delle motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Appello federale ha penalizzato di 15 punti i bianconeri sarà fondamentale per il ricorso già annunciato dalla società al Collegio di Garanzia dello Sport e per capire come la questione toccherà o meno altre squadre.

 Nel dossier “Prisma”, le operazioni contestate riguardano per l’85% scambi di calciatori (per un controvalore di 150 milioni di euro) realizzati nelle stagioni 2019-2021. Il procuratore federale Giuseppe Chinè non a caso aveva proposto di revocare la precedente archiviazione e infliggere sanzioni e ammende ad altre otto società: Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara (vecchia società), Pescara. Dopo aver prosciolto queste società, la Procura di Torino ha stilato nel corso delle sue indagini un elenco di società con cui il club bianconero avrebbe intrattenuto “partnership opache”.

Il successivo processo verrà aperto il 22 febbraio e rientrerà in un secondo filone, scisso dal primo poiché, attraverso gli atti di Prisma, sono emersi sospetti su altre squadre, non coinvolte in questo primo filone, su cui la Procura Federale ha aperto un’altra indagine. Tra questi club, possibile la presenza di Atalanta, Sassuolo, Udinese, ma anche di Roma (per lo scambio Spinazzola-Pellegrini) e Milan (operazione Bonucci-Caldara).

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