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Disastro Giustizia Sportiva: processo-bis per il Chievo che ora non più retrocedere in Serie B

Domanda: se il Chievo verrà penalizzato in questo nuovo processo, chi risarcirà il danno al Crotone?

Che disastro la Giustizia Sportiva! La vicenda relativa all’accusa sulle plusvalenze fittizie non è ancora finita: il Corriere di Verona scrive che a breve inizierà ai danni del Chievo un processo-bis, per il quale sono già state chiuse le indagini.

Dopo la sentenza di improcedibilità emessa due giorni fa perchè il presidente Campedelli non era stato ascoltato dalla Procura Figc pur avendone fatta richiesta, quest’ultimo è stato convocato per martedì prossimo e la nuova sentenza dovrebbe arrivare per metà agosto.

Preso atto della decisione del TFN che ha respinto tutto, il nuovo procedimento si deve celebrare entro novanta giorni dal primo datato 25 giugno.

Di fatto, si apre il processo-bis ai danni del Chievo ma, a prescindere dalla nuova sentenza, che dovrebbe arrivare per metà agosto, la retrocessione viene esclusa.

Il rischio sarebbe quello di ricevere penalizzazioni sulla stagione in corso che sarebbe l’equivalente della richiesta di retrocessione in Serie B avanzata nel primo processo.

Quindi…. il Crotone non ha nessuna possibilità di giocare in Serie A il prossimo anno; il Chievo probabilmente ammortizzerà la penalizzazione nel prossimo campionato e se invece non ci riuscirà a beneficiarne non sarà più chi ne aveva diritto, ovvero la società calabrese ma altra squadra ancora ignota!

Domanda: se il Chievo verrà penalizzato chi risarcirà il danno al Crotone?

 

 

 

1 Comment

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  1. Gatticellum

    30/07/2018 at 15:17

    Non penso che i legali del Crotone siano stati tanto sprovveduti da chiedere il Chievo-bis e la sospensione dei campionati solo per una questione di risarcimento: da dove viene la sicurezza dal Chievo di non retrocedere subito? Su cosa poggia? Sul caso Parma, sulla imminenza dei calendari o sulla stessa argilla di aberrazioni (altrui) su cui si basano le speranze del Crotone? Tutto può succedere, visto che la prima pietra non è stata scagliata dal Crotone. Il marcio sta nel fatto che la Procura, nel caso Parma, invece di scegliere due decisioni nette (colpevole o non colpevole) ha sotto sotto offerto al Tribunale una via di mezzo, anzi una opzione (-2 punti con retrocessione subito oppure -6 senza retrocessione). Siccome la risposta (forzosa) è stata una sola, sostanzialmente si è voluto far passare un principio innovativo (auspicato dal Chievo e deprecato dal Crotone) mentre si sta facendo un processo. Cosa gravissima, poiché le regole non si cambiano durante il “gioco”. Quanto alla mancata audizione del presidente del Chievo, può anche starci, viste le sufficienti prove che erano già nella documentazione e visto che la strada (indebitamente accantonata) della perentorietà (voluta dal Procuratore) ma sconfessata dal TFN era un principio inderogabile che non doveva essere scalfito, neppure da precedenti pronunce del resto vissute in contesti differenti. Nel nostrro caso c’era urgenza di decidere, quella urgenza che il TFN ha ignorato, privilegiando invece un allungamento di brodo (da qui il danno per il Crotone) dettato dalla mancanza di coraggio e di serenità di giudizio, ignorando quindi che tutti i cavilli legati alla mancata audizione potevano essere superati se soltanto si fosse applicato il principio della “ragione più liquida”.

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