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Lecce, Giampaolo: “Organizzatore, non maestro. Ecco come il calcio è cambiato”

Giampaolo

Marco Giampaolo è stato intervistato da Radio TV Serie A nella tredicesima puntata di Storie di Serie A. Le sue dichiarazioni principali:

Sono stato due anni a casa, non mi sono annoiato; ho aspettato una chiamata, la mia preoccupazione era farmi trovare pronto ma studiavo, mi aggiornavo, l’ho vissuta serenamente. Il tempo è prezioso per tutti, ho sempre avuto un pensiero collettivo di squadra e per metodologia di lavoro ne avevo ancora più bisogno, oggi è più individuale.

So quanto sia importante l’intesa, la connessione calcistica tra me e il dirigente, il riconoscersi è determinante. Sono stato sempre un ricercatore, non fermarsi; ho ritrovato un calcio diverso, è diventato un uno contro uno con spirito individuale, la fisicità è tornata ad avere un suo perché, tutte le squadre provano a giocare, il portiere è molto più chiamato in causa. Si arriva prima, si responsabilizza il singolo giocatore e non è più un calcio simmetrico, tutto molto diverso nelle due fasi e dentro questo calcio devo abituarmi. Sono aperto al confronto, stimolante quando il calciatore vuol sapere. La mia porta è sempre aperta“.

Nota su due singoli del Lecce:Dorgu è molto giovane, ha dalla sua l’età, capacità fisiche e tecniche. Bisogna ancora capire la sua migliore collocazione, la ho in mente; ha grande autostima, un bel motore. Baschirotto è sempre in campo, anche nel giorno di riposo ed è arrivato in A per il sacrificio, è la sua forza, quasi determinante per questo Lecce. La squadra è giovane, ci sono margini per ambizioni e dei buoni profili ci sono, il settore giovanile è un fiore all’occhiello“.

L’appellativo di Maestro: “Dipende da come la si intende, se per rispetto o per prenderti in giro; probabilmente per le mie caratteristiche ma non mi sento un maestro, sono un organizzatore di squadre, allargando a tutti i calciatori e non solo agli undici. Devi trasferire dei messaggi, probabilmente la definizione deriva da questo modo di lavorare”.

La quasi panchina della Juventus per Giampaolo: “La delusione fu tanta, ho cercato di metterla da parte, dimenticarla“.

Il Milan:Posso soltanto dire che è stata una grande opportunità che per tanti aspetti non ha avuto esito positivo, è stato complicato. Calhanoglu? Era già forte anche se in evoluzione, glielo dicevo. Grande professionalità dei calciatori, disponibilità a far le cose e non ho mai sentito la squadra distante“.

La Sampdoria:E’ durata tre anni, tanti in un club. Sempre giocato un bel calcio, mi sono divertito, ho anche rischiato di essere mandato via ma passati gli inizi, sono stati anni in crescendo e giocatori forti, un calcio che riconoscevo. Quando lavori in settimana e le vedi realizzate ancora meglio, è la più grande soddisfazione. Quagliarella? Straordinario, intelligente, con una disponibilità… mi ha aiutato tantissimo, anche come leadership“.

La salvezza:I competitors sono agguerriti, campionato duro, difficilissimo“.

 

OLTRE A “GIAMPAOLO…” DALLO STESSO AUTORE, AD ESEMPIO:

  1. Inter-Milan: Lautaro e Inzaghi pre finale Supercoppa italiana
  2. Roma-Lazio, Ranieri: “Avversario temibilissimo. Pellegrini…”
  3. Supercoppa italiana, Inter in finale: doppio Dumfries contro l’Atalanta
  4. Supercoppa Juventus-Milan, Conceicao: “Poco tempo, contento del gruppo, nessuna scusa”
  5. Inter-Udinese, Inzaghi post Coppa Italia: “Ottimi segnali, tutti titolari”
  6. Roma-Lecce, Ranieri: “Parecchi avevano bisogno di questo, Pisilli…”
  7. Roma-Lecce, Ranieri: “Ora inizia il campionato, dicembre ci dirà…”

Giornalista pubblicista e laureato magistrale in "Editoria e giornalismo," triennale in "Lingue e comunicazione", appassionato di calcio italiano e internazionale (soprattutto Inghilterra e Spagna), tecnologia e viaggi, amante del raccontare eventi soprattutto da inviato.

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