Le conseguenze dell’annullamento degli sgravi fiscali per i calciatori in arrivo dall’estero saranno immediati
Già a partire dal prossimo mercato di gennaio, che avrà inizio il 2 gennaio. Scontato dire che si complica l’arrivo di Giurassy al Milan e di Hojbjerg a Napoli o Juventus giusto per fare qualche nome. A conti fatti per i club del Bel paese sarà assai più complicato competere con gli ingaggi offerti dalle altre big europee, già un passo avanti per definizione negli ultimi anni. L’impatto ci sarà anche sul capitolo rinnovi di contratto: solo quelli che verranno ufficializzati entro il 31 dicembre 2023 potranno usufruire dei benefici.
La tanto attesa proroga fino al 29 febbraio non è arrivata, e la sensazione è che in tanti ancora non ne capiscono le conseguenze. Se pensiamo al Milan, non può essere un caso se da anni ormai, si rivolgono sul mercato estero per ingaggiare calciatori: l’avere sconti fiscali e quindi abbattere la tassazione è un vantaggio non da poco. Ed è difficile immaginare adesso che i vivai italiani riprendano improvvisamente quota: si acquisterà ancora fuori dall’Italia, ma con la possibilità minima di competere sui grandi nomi. Poichè i grandi nomi, o almeno i campioni già affermati, vantano stipendi importanti.
Senza il Decreto Crescita, nella stagione 2023-24, i club avrebbero dovuto versare la bellezza di 150 milioni di euro in più di tasse. Un dato rilevante se consideriamo quanto le note difficoltà economiche delle nostre squadre. Senza il Decreto dovrà per forza scendere l’ingaggio netto che Milan, Inter, Juve, o qualsiasi altro club di Serie A potrà offrire ai singoli calciatori. Le conseguenze, importante ribadirlo, si vedranno specialmente sulla competitività del nostro calcio, che si allontana, ancora di più, dall’élite europea e mondiale. In tutti i paesi europei infatti, sono presenti dei benefici: agevolazioni fiscali in Francia, Olanda e Belgio, e una tassazione favorevole sui diritti d’immagine invece, in Inghilterra.
(Fonte Sportmediaset)

