“Ho scelto la Juventus per vincere e per essere protagonista in Champions”
E’ la più classica delle frasi che dice alla prima intervista chi approda alla Juventus,
Succede sempre, presentazione in pompa magna, dopo magari un lungo corteggiamento. Giocatore sorridente e consapevolezza di essere arrivato nel posto giusto al momento giusto.
E invece nell’ultimo periodo sembra non essere cosi.
Per certi versi è stato cosi anche per Ronaldo, che si sentiva pronto per l’impresa. Quella di riportare la Champions a Torino dopo anni di delusioni e qualche finale persa.
Il suo è stato il primo di tanti fallimenti e tante parole rimangiate, che nei tifosi delle altre squadre diventano poi meme sbeffeggatori.
Ma molti degli arrivi degli ultimi anni hanno poco da festeggiare.
Se si pensa a DeLigt, che approda alla Juve per essere il Ronaldo della difesa e se ne va con la miseria di uno scudetto e con la considerazione che in Italia ci si allena male.
E’ stato cosi per Bernardeschi, pronto a svoltare ma che ha vinto meno di quanto avrebbe voluto e sicuramente non da protagonista come avrebbe voluto.
Sembra essere cosi anche per Locatelli, giocatore pronto al salto di qualità a Sassuolo che sceglie la Juventus convinto dai compagni di nazionale e dalla sicurezza di vincere. Ha vinto per ora quanto avrebbe vinto a Sassuolo.
Poco di più ha vinto Federico Chiesa, gioiello che si è impuntato per andare a vincere alla Juventus e che ora potrebbe rientrare dal lungo infortunio con la squadra già fuori dalla Champions e dalla lotta Scudetto
Tocca poi a Vlahovic. Che sempre dalla Fiorentina dà l’addio a gennaio 2022 e nonostante l’impegno e la abnegazione che lo portano ad essere il perno dell’attacco sin da subito, si ritrova a distanza di un anno a giocare metà dei palloni che giocava a Firenze e una situazione di classifica non molto diversa da quella che aveva in Viola a novembre scorso.
E poi Pogba e Di Maria, che sembrano aver spostato le loro attenzioni sul mondiale sin da subito o comunque alla prima difficoltà e che sono più protagonisti in infermeria che in campo.
E ultimo ma non meno importante, Bremer. Il centralone che ha fatto infuriare la curva granata per il tradimento e che affronterà nel prossimo weekend il derby con soli due punti in più dei suoi ex compagni. A Torino, sponda granata sognano una vittoria nel derby con autogol di Bremer e sorpasso. Chiaramente è un sogno da tifosi, ma di sicuro il sentimento di rivalsa è alto.
E allora la domanda sorge spontanea: cosa passerà nella testa di questi giocatori? Come pensano di affrontare questa crisi di risultati? che senso di delusione avranno da questa situazione che li ha costretti a passare dal loro più grande sogno ad un incubo apparentemente senza fine?
Quelli che riusciranno a metabolizzare queste domande e reagiranno sul campo, saranno degni di essere approdati alla Juventus. E saranno i perni dei prossimi successi.
chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche

