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Arthur al Liverpool è la prova del nove sul gioco della Juve

Arthur è andato al Liverpool.

Alla fine la Juve è risucita a piazzare uno dei suoi esuberi a centrocampo in modo da liberare spazi (e risparmiare in ingaggio) .

Al suo posto è entrato Paredes che dovrebbe prendere le chiavi del centrocampo.

Ossia fare quello che avrebbe dovuto fare Arthur quando è arrivato alla Juve.

Eh si, perchè Arthur arrivò a Torino in uno scambio con Pjanic dal Barcellona e l’obiettivo era quello di ringiovanire il fulcro del centrocampo con un giocatore con caratteristiche precise.

Il risultato è stato quello che è stato, ossia scarso.

Motivi?

La prima risposta è quella banale. Il giocatore non ha reso per quello che doveva rendere.

La risposta più approfondita però potrebbe essere un’altra: il giocatore non è stato messo nelle condizioni di rendere per quello che doveva rendere.

La differenza è sottile, ma sostanziale.

La Juventus non è mai riuscita a dare una chiara impronta di gioco articolato, ma ha vissuto negli ultimi anni (ad esclusione forse a tratti del periodo di Sarri) sulle capacità dei singoli, che negli ultimi due anni, essendosi abbassate complessivamente, hanno portato a risultati insoddisfacenti.

Arthur a Barcellona era considerato un giocatore all’altezza del Barcellona, tanto che in Catalogna qualcuno si era decisamente lamentato della sua partenza. Uno che dava del tu al pallone. Questo a Torino non si è visto.

Troppo limitato al compitino, a volte scavalcato dai suoi stessi compagni. Alla fine relegato a comprimario.

Ora va al Liverpool, una squadra che gioca il Gegenpress alla tedesca tipico di Klopp e che prevede comunque la centralità di un centrocampista col piede buono.

Sarà quindi la prova del nove anche per la Juventus.

Se Arthur dovesse riprendere a essere il giocatore che era al Barcellona potremmo pensare che o c’è qualcosa nell’aria di Torino che altera gli equilibri dei centrocampisti centrali oppure che le condizioni al contorno non hanno permesso, oltre a un po’ di sfortuna e ad una non eccessiva capacità di adattamento del giocatore, di farlo rendere al meglio.

Insomma la prova del nove.

Nel frattempo sarà valutato il rendimento anche di Paredes, se dovesse ricalcare quello di Arthur, potremmo iniziare a pensare che due indizi fanno una prova.

chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche

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