Ieri non si sono disputate quattro partite: Bologna-Inter, Atalanta-Torino, Fiorentina-Udinese e Salernitana-Venezia così come era era saltata anche Udinese-Salernitana dell’ultima giornata del girone d’andata
Le partite però non sono state rinviate e quindi ora che succede.
Il quotidiano La Repubblica spiega perfettamente tutto:
Regolamento alla mano, le squadre bloccate dalle Asl dovrebbero essere punite con lo 0-3 a tavolino e un punto di penalizzazione, salvo poi far valere in appello la causa di forza maggiore, cioè l’ordine dell’autorità. Esattamente come accadde al Napoli contro la Juventus nella stagione passata: il Collegio di garanzia presso il Coni, ribaltando il parere del Tribunale della Federazione, ordinò di giocare la partita.
In realtà nel campionato scorso il Giudice sportivo decise diversamente già per Lazio-Torino: il Toro era stato bloccato dall’Asl, il Giudice sportivo riconobbe subito il legittimo impedimento e stabilì che fosse fissata un’altra data per il match. Per Udinese-Salernitana del 22 dicembre il giudizio è stato sospeso.
La domanda è: perché la Lega non rinvia le partite evitando strascichi legali? Semplice: dopo il caso del 2020, quando Sky sospese i pagamenti per lo stop al campionato, la Lega non vuol rischiare nuove tensioni con le tv e difende il principio secondo cui si debba giocare a tutti i costi.
Il nuovo protocollo
Già domenica la questione si riproporrà. Bologna, Torino e Udinese non potranno scendere in campo, non con la squadra titolare almeno. Ma giovedì la Lega ha approvato un nuovo protocollo che impone a tutti i club di giocare purché abbiano almeno 13 giocatori disponibili (di cui almeno un portiere), compresi i Primavera nati entro il 31 dicembre 2003. In pratica, le squadre fermate dalle Asl sono costrette a mandare in campo i giovani se vogliono evitare la sconfitta per 3-0 a tavolino e un punto di penalizzazione.
Molte le voci contrarie tra i club di A, preoccupati di offrire uno spettacolo persino peggiore delle squadre rimaste in attesa, con inevitabili danni d’immagine e conseguenze per la credibilità del movimento. Anche perché lo scenario potrebbe materializzarsi in almeno 3 partite in programma domenica: Cagliari-Bologna, Torino-Fiorentina e Udinese-Atalanta. Resta in dubbio Verona-Salernitana: i campani aspettano di conoscere il proprio destino. Dipenderà dai tamponi dei giocatori che hanno avuto contatti diretti con i positivi.
Resta da capire se i club coinvolti accetteranno di mandare in campo i ragazzi o proveranno a forzare la mano per poi giocare la propria partita nei tribunali sportivi.
Il problema dei recuperi
Il rischio per la Lega Serie A è di ritrovarsi con 8 o 9 partite da far recuperare. Ma le squadre coinvolte sono quasi sempre le stesse (l’Udinese ne avrebbe tre, la Salernitana due o tre, Bologna, Torino, Fiorentina e Atalanta due, una per Inter, Cagliari, Verona e Venezia). E questo vuol dire che serviranno più finestre.
Il problema riguarda principalmente le squadre impegnate nelle coppe europee, cioè Inter e Atalanta. Per le altre è possibile giocare anche nei mercoledì in cui c’è la Champions. Prima di fissare le date, però, bisognerà attendere l’intero iter della giustizia sportiva fino al Collegio di garanzia del Coni.
Sono possibili altri cambiamenti?
Mercoledì la Conferenza Stato-Regioni dovrà dettare criteri per una regolamentazione uniforme dei casi. Si vogliono superare la babele dei provvedimenti delle diverse Asl.

