Numeri impietosi condannano Mourinho e la società ma a far discutere sono soprattutto le valutazioni estive sul calciomercato da parte di Thiago Pinto
Pinto, scrive il Messaggero in edicola questa mattina, si è presentato e ha subito protetto il connazionale Fonseca, scaricando invece Dzeko. Fine percorso per la Roma: 7° posto e addio Paulo. Mourinho, invece, è stato voluto direttamente da Dan Friedkin. Al mercato, solo in teoria, ha pensato il gm. Ascoltando Ryan e andando a bussare ai procuratori che hanno sempre frequentato Trigoria. E che spesso hanno fatto gli interessi propri e non quelli della società. Così, mal consigliato, Pinto ha speso 90 milioni (stanziati in 3 anni). Solo Rui Patricio, inizialmente, è stato indicato da Mourinho, portiere appena sufficiente. Poi il flop. Da Viña a Shomurodov, riserva del Genoa.
Reynolds: è stato il primo acquisto di Tiago Pinto, sbarcato lo scorso gennaio che a dire del quotidiano romano non è adeguato per il calcio professionistico eppure è costato 8 milioni. Un investimento a vanvera che la Roma, con un indebitamento netto di 442,1 milioni, non si può permettere. Il suo acquisto inquadra la missione del club.
In più regali ai competitor: Pedro alla Lazio, già 6 gol stagionali, e Dzeko all’Inter, subito in doppia cifra con 11 reti (pure Florenzi al Milan…). Vecchi per età e costosi per ingaggio. Il colpo è stato Abraham, voluto da Mourinho dopo l’addio di Edin. Tammy si sta ambientando. Non è, dunque, pronto come Dzeko o come sarebbe stato Vlahovic, anche più giovane. Niente Xhaka, chiesto da Josè. E nessun centrocampista, con Anguissa, lasciato al Napoli per 500 mila euro. «Mi do 7,5. Sarebbe stato 8 se avessi preso anche il mediano», l’autocelebrazione di Pinto.

