Si inizia questa sera con Arsenal-Rapid Vienna, anche se la maggior parte dei Club inglesi è contrario
Riaprono oggi, per un numero di tifosi strettamente limitato, i cancelli degli stadi inglesi: non solo in quelli della Premier League, che avevano già parzialmente riaperto prima del secondo lockdown di novembre, ma anche negli impianti delle serie inferiori. Già ieri infatti, mercoledì 2 dicembre, una prova generale c’è stata in alcune partite di Championship, Football League One e Football League Two.
Un ritorno lungamente atteso, ma che dovrà sottostare alle severe disposizioni governative in materia di lockdown territoriale: nelle zone di minor allerta potranno assistere agli incontri fino ad un massimo di 4.000 tifosi (o il 50% della capienza, nel caso di stadi piccoli) che scendono a 2.000 per le aree classificate intermedie, mentre dove il tasso d’infezione resta fuori controllo gli impianti rimarranno chiusi.
Le modalità
Sì alla birra negli stadi, ma si dovrà bere seduti. Inoltre è fortemente sconsigliato urlare e cantare. Sembra il primo passo verso un graduale ritorno alla normalità o perlomeno verso uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Ma non tutti i club inglesi hanno fatto salti di gioia, come invece potrebbe sembrare, poichè aprire gli impianti a un numero così basso di persone (che oscilla tra le duemila e le quattromila appunto) significa esporre le società comunque a una perdita economica. Aggiungere un segno «meno» sul bilancio, sui conti già disperatamente in rosso. Come riportano i media britannici è «antieconomico» vendere meno di 10mila biglietti. Perché bisogna conteggiare i costi per gli steward (che devono garantire il distanziamento fisico tra i tifosi, il corretto rispetto del protocollo, regolamentare l’ingresso dei pochi fortunati all’interno dell’impianto) e quelli legati all’organizzazione della sicurezza di un match. Insomma, non si stratta di pochi spiccioli. Né per i club di Premier né per quelli meno ricchi della Football League Two. Non c’è quindi poi cosi tanta fretta di riaprire gli stadi perchè non esiste un reale interesse economico verso una parziale riapertura degli impianti.
fonte Corriere Della Sera

