di Filippo D’Orazio– Paulo Fonseca sta facendo piano piano ricredere tutti i detrattori che puntualmente da inizio anno chiedono la testa dell’allenatore portoghese, raccontato da mesi sul piede di partenza con possibili candidati pronti a sostituirlo sulla panchina giallorossa.
La realtà è che l’esperienza di Fonseca alla Roma è un vero paradosso: i risultati del tecnico ex Shakhtar, al secondo anno nella Capitale, sono indiscutibili soprattutto se analizzati nel contesto generale della squadra. Nel campionato scorso la rosa giallorossa viene falcidiata da infortuni, con giocatori chiave indisponibili per lunghi periodi di tempo, e nonostante questo Fonseca si inventa soluzioni alternative (Mancini spostato a centrocampo) garantendo risultati che porteranno a chiudere la stagione quinti a 70 punti; nelle coppe si registrano le eliminazioni con Juventus nei quarti di Coppa Italia e Siviglia agli ottavi di Europa League, squadre più esperte e qualitativamente superiori (il Siviglia alzerà la coppa a fine stagione).
L’inizio della stagione 2020/2021 racconta di una Roma che conquista 12 punti sul campo (11 in classifica per la sconfitta a tavolino contro il Verona), e che sarebbe terza a pari punti con Juventus e Atalanta, di certo non un andamento da allenatore messo costantemente in discussione da stampa e parte di tifosi.
Una delle doti principali di Fonseca è proprio l’eleganza e la tranquillità che lo porta a sopportare questa situazione, concentrandosi esclusivamente sul rendimento della sua squadra e puntando ulteriormente a migliorare i risultati dei giallorossi provando finalmente ad alzare un trofeo che da troppo tempo manca nella bacheca giallorossa.

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