E’ stato intervistato ai microfoni di Sky Sport, la leggenda della Roma Francesco Totti, che ha parlato della sua carriera ed anche di De Rossi e Spalletti. L’ex attaccante che si è soffermato su diversi aneddoti sul suo passato ed anche sui suoi giorni di quarantena.
La quarantena di Francesco Totti
“La giornata è lunga ma per fortuna ho una famiglia che mi sostiene e stiamo sempre dietro ai bambini, tra compiti, giochi, palestra il tempo passa. In questi 20 giorni abbiamo scaricato Netflix tra Serie Tv e film. La sera è l’unico modo per passare il tempo e da stasera inizierà la Casa di Carta”.
Sul Mondiale 2006 risponde ad una domanda di Marcello Lippi
“A febbraio ebbi quell’infortunio molto serio. La sera stessa Mariani mi operò per la frattura del perone e la rottura dei legamenti. Fu un intervento duro, mi passò in testa qualsiasi cosa, ero sicuro che non sarei riuscito ad andare ai mondiali. Mariani mi disse dopo l’intervento che aveva fatto tutto e che sarebbe toccato a me di recuperare. Il giorno dopo ebbi questa bellissima sorpresa con la visita di Lippi. Vidi la volontà, l’amore e la voglia che mi trasmise il mister con quel discorso. Mi diede la forza di uscire dal tunnel lungo e buio con la voglia di partecipare al mondiale. Sapevo sarebbe stato l’ultimo. Grazie al mister e ai compagni ho avuto la forza in più per partecipare e vincere il trofeo più importante si possa vincere“.
Il motivo per cui ha lasciato molto presto la Nazionale
“Era una decisione presa prima di farmi male. Ogni anno facevo quasi 60 gare e avevo un problema alla schiena e dovevo mettere da parte qualcosa. Non potevo mettere da parte la Roma, anche perché non giocando con la Roma non sarei potuto andare in nazionale. La Roma è stata tutto, la vita, il mio percorso più bello. Fortunatamente ho chiuso l’avventura in nazionale vincendo il mondiale”.
Totti sul trasferimento di De Rossi al Boca Juniors
“Rispetto ciò che ha fatto Daniele, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Di opportunità ne ho avute a fine carriera, sia all’estero che in Italia ma ero dubbioso. Io volevo continuare, sentivo di poter dare ancora qualcosa ma alla fine un anno o due non avrebbe cambiato nulla. La mia scelta di vita era di indossare un’unica maglia e fare un anno fuori avrebbe cambiato tutto, avrei cancellato tutto“.
Sul giorno del ritiro
“Era necessario farmi rivedere tutto? Rispondo ancora con le lacrime. È come se non fossero passati tre anni. Spesso e volentieri riguardo quella giornata indimenticabile, si racchiude tutto il mio amore per questa squadra, per i colori e per quei tifosi. Ricordo tutto, speravo non arrivasse mai la fine, ma c’è per tutti. Quando ho fatto la passerella non avrei salutato alcune persone, ma per quello che c’era intorno ho dovuto mettere da parte tutto. E’ un giorno bello e brutto allo stesso tempo, perché ho smesso di giocate calcio che era la cosa più importante, ma l’amore che mi ha dato la gente quel giorno è stato impensabile. Non pensavo si potesse arrivare a piangere così, non ho retto nemmeno io all’emozione. Sapevo cosa poteva succedere in quella partita e li ringrazierò per sempre perché mi hanno dato e mi danno tanto. Il campo per me era tutto, sapevo quello che potevo dare e lo facevo per far contento questo popolo che per la Roma farebbe qualsiasi cosa. So cosa significa essere romani e romanisti, cosa significa vedere la Roma dalla Curva o dalla Tribuna. I romani sono questi e sono fiero.”
Sul rapporto con Luciano Spalletti
“Sono stati due personaggi diversi. Il primo Spalletti era top, come un secondo padre, ci stavo quasi 24 ore al giorno. Il secondo, forse con le sue ragioni o forse per idee di altre persone, ha voluto mettermi i bastoni tra le ruote e qualcosa non è andato nel migliore dei modi. Ho cercato sempre di tenere la testa alta e fare il mio meglio, anche se sapevo di essere in difficoltà.”
Totti parla anche del suo futuro
“Stavo partendo con la società di scouting ma il Coronavirus ci ha un po’ bloccati. Stiamo lavorando e cercando un altro Totti, un calciatore di questo spessore. Cercherò in tutto il mondo e spero di trovarne di giocatori così e di farli crescere. Ho preso qualche giovane e lo crescerò come ho sempre voluto fare, come mi hanno cresciuto. Riuscirò a trovarlo.”
Conclude su Paulo Fonseca e sulla Roma attuale
“La Roma è alti e bassi adesso e purtroppo siamo abituati a questi problemi. Fonseca è un grandissimo allenatore, che sta capendo il calcio italiano, la città e tantissime altre cose. E’ addentrato, me ne parlano tutti bene, compresi i calciatori. Con l’unione e con alcuni innesti precisi possiamo fare un grandissimo campionato.”
Giovanni Paciotta

