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editoriali

Il Var affossa definitivamente la credibilità del calcio

In Italia ormai tutto è possibile, addirittura la tecnologia da oggettiva può diventare soggettiva, ossia legata alle interpretazioni dovute a regolamenti non solo illogici ma peggio ancora caotici che qualche genio al contrario continua chi a ideare e chi ad autorizzare non abbiamo ancora compreso per quale concreta ragione.

Nel calcio poi le leggi non sono uguali per tutti e chi non lo dice o non se n’è accorto palesa chiaramente di essere in totale malafede.

Un intervento di mano in area di rigore è sempre fallo, lo dice il regolamento, ma le interpretazioni e il mancato uso del Var lo smentiscono sopratutto quando a giocare sono le prime in classifica: perchè? Com’è possibile? Ma soprattuto, perchè ciò avviene?

C’è da chiederselo ma prima ancora bisogna provvedere, anche per prevenire la violenza sia negli stadi che insita spesso nelle dichiarazioni post gara dei dirigenti e dei calciatori che non ne possono più.

È questo vero sport? Cosa fanno i vertici del calcio e di una classe arbitrale che al giorno d’oggi sono tra i più odiati dagli italiani, avendo di fatto superato finanche il tradizionale risentimento che in molti provano nei confronti degli esattori delle imposte e di Equitalia?

Nulla: ogni categoria difende se stessa con molta arroganza e altrettanto autoreferenzialismo che non fa il bene del calcio di cui al contrario sta di fatto annientando ogni valore e credibilità.

Senza considerare che la “mafia del calcio”, paventata dalla madre di Cristiano Rolando in una recente dura intervista, di Var e di interpretazioni arbitrali ci campa e ci guadagna. St.les

Direttore responsabile di Momentidicalcio.com, giornalista, scrittore, storico, dirigente e responsabile della comunicazione di società sportive.

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