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È alla settima Klopp ce l’ha fatta: storia di una maledizione terminata

E alla settima finale, Jurgen festeggiò: maledizione di Klopp finisce nella notte del Wanda Metropolitano di Madrid

Per sei volte al tecnico tedesco era toccato incamminarsi a testa bassa per ricevere la medaglia d’argento. Che fosse Champions, Europa League o una coppa nazionale, con il Borussia Dortmund o con il Liverpool, da favorito o da underdog, il finale era stato sempre lo stesso.

Stavolta no. Il Liverpool è campione d’Europa, Jurgen Klopp è il tecnico campione d’Europa. Il migliore, senza se e senza ma.

Carattere ribelle, Jurgen si è dovuto imporre sin da bambino. Papà Norbert voleva si dedicasse al tennis. No way. “Non ero il tipo che poteva stare da solo ad allenarsi ore e ore. Nel calcio condividevo il tempo con i compagni ed era tutta un’altra cosa”, ha recentemente raccontato in un’intervista all’Independent. Condividere. L’amore per il pallone nasce qui. A cinque anni.

Per il calcio ha abbandonato pure l’idea di diventare un medico. E quando si è ritirato da calciatore, il Mainz lo ha subito spostato dal campo alla panchina, prima che tornasse sui suoi passi e decidesse di riprendere in mano i libri.

I tifosi delle sue squadre lo hanno sempre amato. E i suoi atteggiamenti istrionici in campo e nelle interviste hanno finito per conquistare pure quelli dei rivali. Difficile trovare qualcuno cui Klopp stia antipatico.

Ecco, se avete un dubbio sulla questione, quel sorriso sotto l’immancabile ciuffo biondo e gli occhi vispi, ve lo toglierebbe. No, caro Jurgen, non ce la faresti proprio a stare antipatico. Nemmeno oggi che sei lì dove tutti ti invidiano.

(Fonte Gazzetta dello Sport)

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