I sorteggi del secondo turno nazionale dei playoff lasciano qualche perplessità sulla efficacia della formula “nazionale”
Dall’urna ieri sono usciti ben tre derby in programma: uno emiliano fra il Piacenza e l’ Imolese che ha eliminato il Monza di Berlusconi, uno toscano fra l’Arezzo e il Pisa, e uno siciliano fra Trapani e Catania e infine lo scontro fra la Feralpisalò e la Triestina.
Si può notare come il Girone A porti le prime tre squadre che si sono piazzate alle spalle dell’Entella, il Girone B che è rappresentato dalle tre che hanno chiuso dietro il Pordenone e il Girone C che porta due squadre essendo state eliminate Catanzaro e Viterbese, vincitrice della Coppa Italia Serie C.
Suscita molta perplessità il fatto che seppur trattandosi di secondo turno di playoff “nazionale” sei squadre su otto che si scontreranno fra loro appartenevano già al loro raggruppamento iniziale.
A parte Imolese e Piacenza, infatti, le altre squadre si sono già incontrate nella fase regular season.
Ma non era un playoff nazionale? E come è potuto succedere allora questo? Evidentemente qualcosa non torna nella formula finale che avrebbe dovuto prevedere il divieto di scontro fra squadre dello stesso raggruppamento almeno fino a quando ciò è possibile.
Il sorteggio libero così sa un po’ di beffa per chi, ad esempio, come Catania e Trapani che dovranno lasciare la competizione (e il Trapani sarebbe alla sua prima sfida “nazionale”).
Risultato di ciò è che anche quest’anno il Girone meridionale, quello tradizionalmente più difficile, rischia di rimanere senza contendenti visto gli scontri fratricidi (anche il Catania aveva eliminato Il Potenza.
Torneo iniziato male e finito peggio…

