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Juventus, Agnelli e l’interpretazione tutta personale delle sentenze sportive…

Andrea Agnelli oggi ha ribadito un principio su cui si fonda gran parte dei concetti democratici di uno stato, ovvero che le sentenze vanno rispettate.

Principio analogo vige anche per la giustizia sportiva.

Parole giuste, sacre, corrette.

Il Presidente della Juventus le ha dette a difesa del suo club attaccato dalla trasmissione Report di Rai 3 e ha sostenuto che la correttezza bianconera nella vicenda bagarinaggio-malavita è stata sancita dalle sentenze sportive e che quindi qualsiasi altra opinione non merita alcun commento.

Bene, corretto anche questo.

I tifosi delle altre squadre, però, ricordano ad Andrea Agnelli che in passato ci sono state alcune sentenze sportive che hanno riguardato la Juventus e che meritano rispetto tanto quanto quelle del bagarinaggio ma che rispetto analogo non trovano in casa juventina.

Ci riferiamo alle sentenze che che hanno accertato che gli scudetti juventini sono 34 e non 36: eppure Agnelli continua a sbandierarne due in più allo Stadium affermando che in casa sua fa come vuole.

Ma come? Le sentenze si devono rispettare solo quando fanno comodo perché più favorevoli e si possono contestare quando sono contrarie al proprio pensiero?

Quale principio di giustizia sportiva contempla questo strano concetto?

E poi, perché il Presidente Agnelli considera lo Stadium luogo privato?

Non crediamo sia proprio così: lo Stadio risulta essere luogo pubblico soprattutto di sport e calcio, e in quanto tale posto in cui le sentenze, soprattutto quelle sportive, si rispettano…

E un’ultima cosa: son diversi i morti dell’Heysel da quelli di Superga?

Se lo Stadium è luogo privato come mai gli striscioni offensivi nei confronti dei morti a Superga sono stati esposti?

Nella giustizia sportiva la parola ” scusa” non esiste ma dovrebbe esistere la parola “buonsenso”: a prescindere dal colore delle magliette e del tifo…

E, soprattutto, le sentenze vanno rispettate…tutte… e non a gradimento!

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