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Un taglio degli stipendi manderebbe in crisi l’80% della Serie C: ecco il perchè

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Il mondo del calcio delle ultime settimane è sempre più al centro di un intricato dibattito sulla quantificazione del taglio degli stipendi visto lo scontro tra la Lega di A e l’AIC (Associazione Italiana Calciatori). Paradossalmente, sembra esser più semplice un accordo nel massimo campionato di Serie A mentre nelle serie inferiori è tutto ancora molto in divenire viste le enormi difficoltà che una riduzione creerebbe ai singoli calciatori.

Gli attori principali del rettangolo verde della massima serie, infatti, sono stati accusati a più riprese di essere dei “viziati”, non tenendo conto della difficile situazione che tanti italiani stanno patendo per l’epidemia. A dire la sua su un tema così delicato è stato Riccardo Mengoni, portiere di 34 anni, che si è sempre disimpegnato nelle serie minori e quindi ha sempre osservato da lontano quanto avviene ai massimi livelli. Una testimonianza che, in questo senso, non vuol far riflettere che il “Pallone” non è solo la rappresentazione dei campioni milionari: “Cassa integrazione per i calciatori? Direi di sì. In Serie C l’80 per cento dei calciatori guadagna tra i 1000 e i 1500 euro al mese. Perdere uno stipendio o una percentuale di stipendio ti fa andare in crisi“, le parole del giocatore (riportate dall’Ansa).

Il portiere della Vibonese ha poi aggiunto: “Purtroppo i contratti a livello economico si sono abbassati molto, anche nelle categorie più basse. Per un ragazzo che gioca in Serie C perdere uno stipendio o una percentuale di stipendio significa andare in crisi. La Vibonese ad esempio, è una squadra molto giovane, ci sono 12 ragazzi al minimo di contratto, stipendi da mille euro al mese: soprattutto in questo momento tanti di loro hanno avuto il problema di pagarsi l’affitto o il vitto. Per loro è diventata davvero difficile. In questa categoria siamo quasi tutti sul minimo, qualcuno che guadagna qualcosa in più c’è ma sono casi più unici che rari. Anche in Serie A in tanti squadre gli stipendi sono livellati verso il basso e a cascata”.

A questo punto è da capire quali saranno le misure che il Governo e la Figc adotteranno per far sì che il calcio, come anche lo sport in generale, a livello di struttura di sistema in sè, resisterà alla crisi.

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