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Lazio, Sarri furibondo: resta in panchina ma con la società è guerra fredda

Secondo quanto scrive Il Messaggero in edicola questa mattina, i nervi sono a fior di pelle in casa Lazio

Sarri non ha ventilato l’idea delle dimissioni, che invece erano state un’opzione di qualche settimana fa. “Resto solo per voi, un gruppo così non l’ho mai avuto”, avrebbe detto Sarri alla sua squadra nell’ultimo giorno di ritiro ad Auronzo, quando la misura era ormai colma. Il secondo posto dello scorso campionato sarebbe dovuto essere uno slancio per una Lazio ancora più forte nella stagione che sta per cominciare, ma così non è stato. Sarri ha atteso e si è fidato dei tempi della società, che nel frattempo ha ceduto anche Milinkovic-Savic, senza sostituirlo.

Il tecnico si è trincerato dietro un pubblico silenzio, ma come approfondisce il Messaggero ieri ha scatenato la furia a Formello. Accusa la società di essersi mossa in ritardo sul mercato, sia per gli obiettivi che dal punto di vista societario. Con l’addio di Tare è Fabiani a muoversi nell’ombra, senza però un ruolo ufficiale in società, e inoltre sono ancora tanti gli esuberi presenti in rosa. Sarri ha chiesto nuovamente quattro rinforzi: Samuele Ricci del Torino, Piotr Zielinski del Napoli, Domenico Berardi del Sassuolo e Mario Rui per la difesa, in alternativa a Luca Pellegrini. Nomi che, stando a quanto racconta il quotidiano, Sarri aveva già presentato a Lotito in marzo. La situazione resta tesa, ma le parti proseguiranno insieme. Con la speranza di Sarri di un’inversione di tendenza rispetto a quanto accaduto nell’ultimo mese.

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