
Mercato chiuso.
Quelle di oggi sono le rose che andranno avanti fino alla 38 esima di campionato per giocarsi ognuna i suoi obiettivi
In realtà potremmo dire che per le big il mercato non si è praticamente neanche aperto.
I motivi? Tutti diversi.
Partiamo dalla capolista.
Il Napoli gira a 50 punti il girone di andata, 16 vittorie, 2 pareggi, 1 sconfitta. Ci aggiunge i tre punti con la Roma a inizio ritorno e fanno 53. Più 13 sulla seconda.
Una rosa completa, forte, devastante in alcuni reparti
Ma soprattutto ben assemblata, con uomini che riescono ad essere decisivi entrando dalla panchina (vedi Elmas, Simeone, Raspadori)
Unico innesto Bereszinsky scambiato con Zanoli, più per mandare un giovane a giocare e andare incontro alle esigenze di cassa dei blucerchiati. E poi lo scambio di secondi portieri fra Sirigu e Gollini con la Fiorentina.
Sostanzialmente squadra che vince non si cambia!
Passiamo al Milan: che ultimamente non vince e che ha vissuto gennaio come una mazzata taglia gambe su tutta la linea.
Fuori dalla Coppa Italia, persa la Supercoppa, scivolata a meno 14 in campionato.
Lacune difensive e di gioco. Ma il team di Maldini vuole dare fiducia agli innesti estivi per non dichiarare il fallimento. Tentativo lodevole e per certi versi anche giusto.
Ma la scossa ci deve essere per arrivare almeno entro le prime 4 e possibilmente non incorrere in figuracce europee.
I cugini del Milan hanno la Supercoppa in bacheca, e nonostante possano fregiarsi dell’onore di essere gli unici ad aver battuto Spalletti sono secondi con un buon distacco, frutto di alcune prestazioni altalenanti.
Il mercato dell’Inter è rimasto fermo più per necessità che per reale voglia. La situazione Skriniar ha monopolizzato l’ambiente. Il rinnovo non è arrivato, la cessione nemmeno.
Risultato: si dovrà cercare un difensore, ma a giugno. Adesso mancano i fondi.
Altri cedibili non hanno suscitato interessi reali da parte di altre compagini e quindi in un ottica di ormai perenne regime di autofinanziamento tutto è rimasto uguale.
La Juventus non ha fatto mercato. I maligni diranno che non potendo più fare plusvalenze e servendo soldi veri comprare diventa difficile.
La verità è leggermente diversa, ma sicuramente la situazione non ha aiutato.
La già precaria situazione economica degli ultimi 18 mesi non può essere trascurata e la penalizzazione ha avuto un doppio effetto.
In primis dopo l’azzeramento dei vertici dirigenziali tempo e persone da dedicare in società al mercato ce ne erano poche. Ma soprattutto le speranze appese veramente ad un filo di giocare la prossima Champions League rendono ancor più tragica l’ipotesi di bilancio dell’anno prossimo.
DIfficile pensare ad una rimonta in campionato infatti, anche perchè pende ancora una possibile seconda penalizzazione per la questione stipendi.
Lunga ma più percorribile e non ricca di insidie la possibilità di arrivare alla massima competizione europea passando per la vittoria dell’ Europa League.
Ma non si può rischiare la pelle giocando un all’in per vincere l’Europa League, anche perchè in ogni caso si dovrà anche vedere cosa deciderà l’Uefa su una eventuale squalifica dei bianconeri dalle prossime coppe.
Insomma, zero mercato ora e possibile austerity a giugno
E le Romane?
Appena poco più di niente.
La Lazio inserisce Pellegrini per dare cambi sugli esterni; il vice Immobile non arriva e si va avanti cosi.
La Roma acquista Solbakken da cui era rimasta impressionata l’anno scorso negli scontri con il Bodoe, libera alcuni giocatori considerati superflui ma si crea due separati in casa.
Karsdorp e soprattutto Zaniolo.
Le colpe stanno spesso a metà. Ma se si prende Mourinho si prende nel bene e nel male. E si sa che le cose verranno gestite al meglio per il gruppo non guardando in faccia a nessuno
Una nota a margine sullo spezzino. Passare in pochi mesi da eroe che regala una coppa ad essere inseguito da balordi travestiti da tifosi è una cosa che fa riflettere. Al netto che certi comportamenti sono esecrabili sempre, il giocatore dovrebbe crescere molto più fuori dal campo che dentro, dove fra l’altro è ben lontano da essere decisivo come si crede di essere
L’immobilismo di questo mercato può far presagire a interventi più massicci in estate?
Può essere! Ma anche no.
Il Napoli se dovesse vincere lo scudetto potrebbe regalarsi un gioiello e confermare questo gruppo che rimarrebbe nella storia del club.
L’Inter dovrà gestire gli addii a parametro zero di buona parte del reparto difensivo e resistere agli attacchi inglesi per Bastoni. C’è quindi il rischio di una rivoluzione totale di reparto.
Il Milan come detto completerà a giugno il giudizio sul suo mercato e trarrà le debite conclusioni (anche su Pioli a questo punto)
Per le romane si navigherà a vista come sempre e per la Juventus l’aria è quella di un’estate che potrebbe portare ad un ridimensionamento se non della rosa, sicuramente dei costi.
Difficile, se non impossibile un rinnovo di DiMaria e Rabiot. Cuadrado meno che mai.
Il monte ingaggi verrà ridotto in favore di profili più freschi ed economici.
Inutile negare che anche lo stipendio di Allegri incide e potrebbe non essere l’uomo su cui la nuova dirigenza vuole ripartire.
Ma potrebbero non esserlo neanche i nomi che erano circolati fino a ieri, di Conte e Zidane per gli stessi motivi: una rosa che potrebbe essere figlia di una situazione economica se non da ridimensionare da controllare.
E in questa logica neanche Vlahovic sarebbe sicuro di restare.
chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche
