Oggi Pavel Nedved ha salutato la Juventus con un breve discorso rivolto all’Assemblea degli azionisti, nel quale prima ha ripercorso la sua avventura in bianconero, da calciatore e da dirigente, e poi ha rivolto un commosso saluto ad Andrea Agnelli, suo presidente e amico. In queste ore ci ha stupito, ma neanche più di tanto a dire il vero, il modo in cui la Juve ha congedato Nedved, in pieno stile sabaudo e secondo la tradizione, un po’ freddina in queste situazioni, del club.
L’ex Pallone d’Oro, leggenda della Juve in campo dal 2001 al 2009, nel comunicato ufficiale del club è stato accomunato a Maurizio Arrivabene, che a Torino è stato prima membro del Cda e poi amministratore delegato dal giugno del 2021. Nella nota emessa ieri dal club si legge: “Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene da domani, mercoledì 18 gennaio 2023, non faranno più parte del Consiglio di Amministrazione di Juventus. Il loro addio, dopo le dimissioni del 28 novembre 2022, sarà effettivo con la nomina del nuovo CdA“. Segue un breve profilo di entrambi. Tutto qui. Un grande calciatore, con un bottino di 327 partite e 65 gol, viene equiparato agli occhi dei tifosi a un austero dirigente, che nella storia della Juve è stato di passaggio.
Lo stile, dicevamo, è quello. A differenza di altri club, che hanno saputo salutare i loro campioni in modi più sentiti e spettacolari (a volte anche troppo), alla Juve anche il campione termina il suo servizio alla stregua di un ‘impiegato del campo’. Il servizio si è concluso, tanti saluti. Ne sanno qualcosa i vari Del Piero, Baggio e persino Platini, salutato in un piovoso pomeriggio di maggio del 1987 con un breve saluto sotto la Curva Filadelfia, nel vecchio Comunale.
Fonte: calciomercato.com

Giornalista Pubblicista, Direttore Responsabile di Momenti di Calcio. Appassionato di calcio e laureato in Giurisprudenza presso l’Università Roma Tre
