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Addio Mihajlovic, tutti nel dolore: le reazioni dal mondo del calcio: dall’inseparabile amico Mancini fino ai suoi ex club

 

 

CAPELLO

—”Ho avuto la fortuna di incontrarlo in tutti i suoi ruoli, una persona unica, con grandi valori: credeva nella gente, nell’onestà, un uomo vero tutto di un pezzo. Non si piegava, voleva rispetto e dava rispetto”. Fabio Capello ricorda così, a Sky Sport, la figura di Sinisa Mihajlovic. “Mi aveva impressionato la sua semplicità, la sua sincerità. Aver perso un uomo di questo valore è molto grave per il calcio italiano”. Tanti i giocatori allenati dal tecnico serbo che gli sono rimasti legati: “Quando uno è diretto e dice le cose, anche se non piacevoli, capisci il valore di una persona e lui era una di queste. L’amore che hanno dimostrato i giocatori del Bologna mi ha emozionato”.

 

18:57 – 16 dic

 

ROBERTO MANCINI

—”Un giorno che non avrei mai voluto vivere. Ciao Sinisa, amico mio. Hai lottato come un leone, resterai sempre al mio fianco”. Così il ct azzurro Roberto Mancini esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Mihajlovic, compagno di squadra con le maglie di Sampdoria e Lazio e poi collaboratore tecnico ai tempi dell’Inter, scomparso quest’oggi all’età di 53 anni dopo una lunga malattia. “Questo è un giorno che non avrei mai voluto vivere, perché ho perso un amico con cui ho condiviso quasi 30 anni della mia vita, in campo e fuori – le parole di Mancini -. Non è giusto che una malattia così atroce abbia portato via un ragazzo di 53 anni, che ha lottato fino all’ultimo istante come un leone, come era abituato a fare in campo. Ed è proprio così che Sinisa resterà per sempre al mio fianco, anche se non c’è più, come ha fatto a Genova, a Roma e a Milano e successivamente anche quando hanno preso strade diverse”, ha detto il ct azzurro.

 

18:33 – 16 dic

 

MASSIMO FERRERO

—Massimo Ferrero, ex presidente Sampdoria: “Sono distrutto. Sinisa è stato il mio primo amore calcistico, e un pezzo del mio cuore oggi è andato via con lui. Ci siamo voluti tanto bene da subito, un bene che è durato nel tempo e che ci siamo confermati a vicenda nei momenti duri che abbiamo vissuto. È stato un grande uomo e gli vorrò per sempre bene. Sono stato accanto a lui anche in questi ultimi giorni e ho visto un uomo che, fino alla fine, ha lottato con una dignità infinita che mi hanno commosso e mi hanno reso ancora più fiero ed orgoglioso di aver goduto del suo affetto e della sua amicizia. Mi stringo forte ad Arianna e a tutta la sua famiglia, meritano tutta la nostra vicinanza e il nostro amore”.

 

18:31 – 16 dic

 

LA SAMPDORIA

—”Ho affrontato ogni partita come fosse la vita e la vita come fosse una partita”. La partita della vita di Sinisa Mihajlovic è finita questo pomeriggio, per colpa di una bastarda recidiva di leucemia mieloide. Tre fischi netti nel silenzio assordante di una Roma già pronta per le imminenti festività natalizie. Fischi come gelide lame nel petto per tutti quelli che gli hanno voluto bene. Noi sampdoriani siamo certamente tra quelli. E oggi come non mai non possiamo che esserne orgogliosi. Perché Sinisa di quel noi è parte, parte del nostro essere, della nostra storia. Prima da avversario, nella più epica trasferta di sempre, in quella notte di Sofia in cui saggiammo il suo mancino micidiale. Poi da calciatore, leader difensivo per quattro stagioni di una squadra che seppe divertire ma che avrebbe potuto fare di più. E infine da allenatore, quando ci prese in fondo alla classifica e ci portò in un anno e mezzo a riassaporare il gusto d’Europa. Lui e noi, noi e lui: un rapporto sincero, di rispetto e riconoscenza, scrigno di fotogrammi indelebili per la memoria collettiva blucerchiata. Sinisa che tira la bomba. Sinisa che segna alla prima in Supercoppa. Sinisa che segna alla prima in campionato. Sinisa che sbaglia il rigore con l’Arsenal. Sinisa che diventa libero a Cagliari. Sinisa che con il Piacenza non segna su punizione. Sinisa che viene espulso a Perugia. Sinisa che esulta con la panchina a San Siro. Sinisa che la mette da corner sulla testa del Mancio. Sinisa che la mette sul destro di Verón. Sinisa che corre da Vuja. Sinisa che ce ne fa tre a Roma con la Lazio. Sinisa che torna e cita Kennedy. Sinisa che abbraccia Krsticic. Sinisa che vince due derby, con Maxi e Gabbia. Sinisa che bacia Yelena a Novi Sad. Sinisa che il suo profumo lo senti a distanza (anche di anni). Sinisa che ti parla della sua Serbia e della guerra. Sinisa che si incazza. Sinisa che mette gli allenamenti punitivi alle 7 del mattino. Sinisa che rincorre Regini a fine derby. Sinisa che esulta con Sakic. Sinisa che sorride. Sinisa che saluta la Sud per l’ultima volta. Sinisa che ce ne sarebbero a centinaia da raccontare. Sinisa che era ed è tutto questo: un uomo vero e coraggioso, un’autentica leggenda che noi, alla Sampdoria, non dimenticheremo mai.

Alla moglie Arianna, ai figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dušan e Nicholas, alla nipotina Violante e a tutta la famiglia Mihajlovic le più sentite condoglianze da parte del presidente Marco Lanna e di tutta la società.

 

 

 

 

 

 

LA STELLA ROSSA— La Stella Rossa di Belgrado metterà a disposizione dei tifosi un libro delle condoglianze per onorare Sinisa Mihajlovic, che milito’ nella `Crvena Zvezda´ dal 1990 al 1992, vincendo con i biancorossi anche la Coppa dei Campioni, nella finale giocata a Bari nel 1991. “Le leggende non muoiono mai”, si legge in un una nota postata nel pomeriggio sul sito ufficiale della Stella Rossa, corredata da una foto in bianco e nero del campione. Il libro delle condoglianze sarà collocato presso il Museo della Stella Rossa a Belgrado, dalle 10 alle 17 di domani. “Chiediamo a tutti di venire e di rendere onore al grande Sinisa Mihajlovic”, conclude il messaggio

 

 

ANTONIO CONTE— Guerrieri si nasce.. e tu lo sei sempre stato in campo come nella Vita. Buon viaggio Sinisa

 

 

 

 

 

 

IL PRESIDENTE GRAVINA— “Sono profondamente addolorato, è un giorno triste per il calcio italiano – dichiara il Presidente della FIGC Gabriele Gravina -. Sinisa è stato un protagonista dentro e fuori dal campo, un esempio di passione, determinazione e coraggio, in grado di ispirare e di emozionare. Mihajlovic è stato un campione vero come calciatore, come allenatore, ma soprattutto come persona. In un’epoca spesso contraddistinta dalla falsità, ha saputo anteporre sempre la verità non sottacendo i suoi difetti e le sue debolezze. Anche per questo deve essere ricordata la sua positiva testimonianza di vita”.

 

 

 

 

 

IL COMUNICATO DEL TORINO— Il Presidente Urbano Cairo e tutto il Torino Football Club – dirigenti, dipendenti, collaboratori, allenatori, calciatori, settore giovanile – profondamente addolorati per la triste notizia, sono vicini con affetto alla famiglia Mihajlovic nel ricordo di Sinisa Mihajlovic, tecnico granata dal 2016 al 2018. Sinisa, persino oltre ai gol, ai record e alle vittorie, è stato uno straordinario protagonista nella storia del calcio italiano e internazionale. Dapprima come calciatore, poi come allenatore, lascia una traccia indelebile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e quindi di apprezzarlo. Impossibile non volergli bene: era un grande combattente dal carattere forte e deciso, ma con un cuore buono e generoso come pochi. Il Toro piange un amico, il calcio e lo sport perdono un professionista schietto e leale, appassionato e coraggioso, qualità che ha sempre espresso in ogni sua iniziativa, in campo e fuori, sino all’ultimo. Alla moglie, signora Arianna, alle figlie Viktorija e Virginia, ai figli Marko, Miroslav, Dusan e Nicholas, alla mamma e al fratello, ai parenti e a tutti gli amici il fraterno abbraccio del Torino Football Club e del mondo granata.

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