Messi – Ronaldo.
Nomini uno, e di riflesso pensi anche all’altro.
E’ successo cosi per 15 anni. Un’epoca calcistica che ha ruotato intorno a questo dualismo di due grandissimi giocatori che hanno fatto la storia del calcio per le loro prodezze e proprio per la loro rivalità e diversità nell’essere fuoriclasse.
Il mondiale del Qatar si presentava come l’ultimo palcoscenico internazionale a livello di club che li avrebbe presentati insieme, a meno di clamorose situazioni.
Entrambi con la nazionale hanno vinto poco. Un europeo CR7, una Coppa America Messi.
Loro, che con la squadra di club hanno vinto tutto e di più, avevamo di fronte il loro ultimo mondiale.
Il finale, è ancora da scrivere per l’argentino, mentre per Cristiano Ronaldo il gioco si è fermato ieri, contro un Marocco sorprendente.
Un finale che indipendentemente dal fatto che Messi riesca o meno nell’impresa, è sicuramente diverso anche a livello personale.
Messi a gennaio saprà se sarà o meno riuscito ad alzare la Coppa del Mondo, ma ripartirà a gennaio con la sua squadra di club dominatrice in Francia, e fra le favorite per la Champions League, in cui lui ha un ruolo da assoluto protagonista. E teoricamente, se lo vorrà e se il fisico glielo permetterà la possibilità di giocarsi l’ultima carta mondiale fra 3 anni e mezzo negli Stati Uniti (siamo certi che negli Usa faranno di tutto per permettergli di esserci e veicolare il mondiale come sua ultima apparizione). Avrà 39 anni, difficile , ma non impossibile
Cristiano Ronaldo si affaccia a gennaio, con le lacrime versate in mondovisione uscendo dal campo. Quelle lacrime sanno di addio ad un certo tipo di calcio. Nell’ultimo anno è sembrato più umano, alcune cose sembrano riuscirgli con più difficoltà.
E’ stato messo in discussione nel club dove è arrivato ad una rescissione del contratto poco prima dell’inizio del Mondiale e durante la competizione la stessa cosa è successa anche in Nazionale. Dalla mancata stretta di mano di Bruno Fernandes, compagno di squadra e nazionale con cui gli rimproverava le parole dette contro il Manchester, fino alle panchine nelle ultime partite.
La sensazione è che da gennaio non ci sarà più Ronaldo nella nazionale portoghese. Inutile chiamare un personaggio così ingombrante per farlo stare in panchina. Servirebbe solo a far parlare la stampa in caso di mancato impiego e rischierebbe di alterare gli equilibri di squadra.
A livello di club, Ronaldo dovrà trovarsene uno. I suoi agenti sono alla ricerca di possibilità. Esistono le vie milionarie degli Emirati Arabi, o quelle ricche e di grandi introiti di immagine della MLS. Oppure soluzioni da inventarsi in Europa, con squadre di seconda fascia disposte ad un sacrificio.
Oppure soluzioni intermedie. Come quella del prestito al Milan per sei mesi in attesa di vedere cosa può succedere.
Di fatto questo mondiale sembra segnare la fine di un dualismo che ha segnato un periodo storico calcistico molto lungo.
Messi ha ancora la possibilità di coronare la sua carriera con la più prestigiosa delle sue innumerevoli vittorie e sembra aver davanti ancora qualche chanches per vincere col club
Ronaldo ha visto sfumare, male e non da protagonista la Coppa del Mondo e a gennaio dovrà trovarsi una squadra
Due mondi che ormai si sono separati
chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche
