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editoriali

La morale marcia dei calciatori: non sapevano ma intanto passavano per benefattori

L’esplosione del caso stipendi in casa Juventus con conseguenti dimissioni di tutto il CdA bianconero smaschera inevitabilmente un castello

Ma se nella questione plusvalenze, sempre di moda da anni, i vertici societari avrebbero tutte le colpe morali e legali di quanto fatto, stessa cosa non si può dire per la questione stipendi

Sappiamo infatti che a turno tutti i giocatori sono stati convocati in procura per dire la loro e, secondo indiscrezioni, ognuno ha dato la sua versione più o meno simile in cui veniva chiesto di procrastinare alla stagione successiva 3 mensilità e rinunciare ad una.

Aldilà delle singole posizione, delle motivazioni date per accettare o meno, e della consapevolezza che questo nascondesse un reato oppure no, la cosa che si potrebbe ritenere antipatica è la morale che emergeva in quel periodo

Ben ci ricordiamo infatti di come i calciatori della Juventus venissero infatti elogiati a mezzo stampa per questo gesto che andava incontro ad una situazione difficile da parte delle società calcistiche e della società tutta alle prese con una pandemia e un lock down che stava mettendo in ginocchio imprese, liberi professionisti, dipendenti. Un intero paese insomma.

Il gesto, simbolico, ma necessario, era visto come un esempio da seguire e, addirittura, i colleghi di altre squadre che non stavano seguendo il loro esempio venivano messi alla berlina.

Addirittura implacabile si aprì il solito confronto da derby d’Italia fra Inter e Juve in cui i giocatori nerazzurri venivano considerati poco sensibili quando mostrarono qualche remora ad avallare la medesima manovra per giunta con una società che versava in condizioni economiche anche peggiori.

Allo stato attuale scopriamo essere stata stata tutta una messa in scena bella e buona in cui ci veniva raccontato che i giocatori rinunciavano a più stipendi e invece ne dilazionavano buona parte nelle stagioni successive, con l’aggravante, nel caso venisse confermato il tutto dalla Procura, di permettere un reato,

Una situazione stucchevole in cui abbiamo esaltato un numero limitato di milionari a paladini della giustizia e dell’uguaglianza sociale per aver rinunciato a pochi spiccioli (per loro) mentre invece non rinunciavano ad un bel niente e in cui oggi, quando scopriamo che è un reato, ci si affretta a dire che la colpa è della società

Legalmente è cosi. Ma la morale di chi quelle carte le ha avallate, richieste, firmate e nascoste facendoci credere altro e mettendosi su un piedistallo è marcia tanto quanto chi ha commesso il reato

chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche

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