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Caso Inter-Samp: la questura al lavoro con le immagini. Ecco cosa rischiano gli ultras

Il caso dei tifosi nerazzurri costretti ad andare via dalla Curva Nord, che aveva scelto il silenzio per la morte di un capo ultras durante Inter-Sampdoria, è finito sotto la lente delle forze dell’ordine. La questura di Milano infatti sta lavorando sulle immagini delle telecamere di sorveglianza installate a San Siro per ricostruire i singoli episodi, dopo le diverse denunce social dei tifosi sgomberati. Chi dovesse aver avuto comportamenti violenti rischierebbe una denuncia per violenza e Daspo, riporta il Corriere della Sera.

Diversi tifosi hanno riferito di essere state obbligati a uscire dallo stadio contro la propria volontà solo perché volevano continuare a tifare Inter nonostante l’ordine dei capi ultras della Curva di stare in silenzio per rispetto verso la morte di Vittorio Boiocchi, pregiudicato ucciso a Milano e capo ultras interista. C’è chi ha riferito di minacce (“O uscite o vi picchiamo” e “Te ne vai, sennò ti spacco la faccia“) e chi di fatti violenti, come un padre picchiato davanti alla figlia o un ragazzo spinto giù tra i seggiolini: sono proprio questi i tipi di comportamento che le forze dell’ordine vogliono verificare attraverso le camere di sorveglianza.

Anche il neo-ministro dello Sport Abodi si è interessato del problema, rispondendo a un utente su Twitter: “Mi sono informato, quello che è successo è inaccettabile, non è tollerabile. Sono certo che saranno presi immediati provvedimenti. Non solo parole!”. Dall’Inter al momento nessun comunicato ufficiale ma, scrive sempre il CorSera, filtra una dura condanna verso le violenze e la disponibilità a forme di tutela e risarcimento per i tifosi costretti a uscire dalla curva.

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