
La SuperLega prende nuovamente vita. Il progetto tanto discusso, terminato rapidamente, con le Big Six della Premier League che si sono tirate indietro, insieme anche ad Atletico Madrid, Milan e Inter, potrebbe tornare ad esistere.
A22 Sports Management, la società che rappresenta i tre club ancora appassionati di Super League (Real Madrid, Barcellona e Juventus), ha in programma di rilanciare la competizione dopo aver nominato Bernd Reichart nuovo amministratore delegato martedì.
“Vogliamo raggiungere gli stakeholder della comunità calcistica europea e ampliare questa visione. Anche i fan avranno molta simpatia per l’idea. È una tabula rasa. Il formato non sarà mai un ostacolo“, ha detto al Financial Times.
“C’è una rivalutazione. C’è una mossa chiaramente dichiarata verso un formato aperto e che l’adesione permanente è fuori discussione. Vogliamo vedere se c’è o meno un consenso più ampio sui problemi che devono affrontare il calcio europeo“, ha aggiunto.I club partecipanti possono gareggiare anche in Champions League? “No, non giocherebbe entrambe le competizioni, mentre il discorso è diverso per i campionati nazionali“, ha spiegato.
Il Times ha anche rivelato che il rilancio è dovuto ai timori che i club inglesi siano diventati troppo dominanti in Europa – nonostante solo due club di Premier League abbiano vinto la Champions League nell’ultimo decennio – in un dossier inviato ai club.
I tre club ESL rimanenti sono ancora in una battaglia legale con la Uefa dopo averli accusati di gestire il monopolio del calcio europeo e affermando che loro e la Fifa hanno violato la legge sulla concorrenza dell’Unione Europea opponendosi alla sua creazione.
Juventus e Barcellona hanno entrambi ritwittato un video che annunciava la nomina di Reichart alla Direzione Sportiva A22: un gesto che mostra il totale sostegno per il nuovo CEO e per il progetto.
La nuova SuperLega potrebbe non chiamarsi così e sarà diversa rispetto al progetto precedentemente proposto. Sarà una competizione europea moderna e attraente, una competizione non più ‘chiusa’ come si pensava lo scorso anno, una competizione con promozioni e retrocessioni.
L’accesso, a differeza della Champions League, dipenderà da un meccanismo interno alle competizioni europee, simile a quello della Nations League, che prevede Serie A, B e C, e non più dai campionati nazionali.
L’obiettivo del progetto rimane lo stesso: rendere più moderno il calcio europeo, riformarlo per renderlo più sostenibile economicamente e renderlo più competitivo.
