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Non solo Allegri. Le colpe della crisi Juve sono da dividere. E non iniziano da oggi

Qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Champions sempre più lontana per la Juventus.

Un desolante ottavo posto in campionato.

La situazione quindi è allarmante: in termini sportivi la situazione è abbastanza complessa. Ma tutto sommato rimediabile. Sia in termini di campionato, ci sono ancora 29 partite, che di Coppa Italia che deve ancora partire per i bianconeri, Ma tutto sommato anche l’Europa potrebbe riservare ancora qualche gioia aldilà di un eventuale miracolo Champions, c’è l’ipotesi Europa League.

Ma se si guarda la situazione dal punto di vista finanziario la situazione da allarmante passa a tragica: I mancati introiti della qualificazione agli ottavi di Champions sono una tegola importante sulla società perchè erano entrate che la dirigenza considerava sicure.

Inoltre la posizione in campionato costringe la Juventus a fare i conti con la possibilità di non qualificarsi alla Champions dell’anno prossimo.

Ma di chi sono le colpe di questa situazione?

Attualmente sulla graticola c’è ovviamente Allegri. Il tecnico è ritornato all’ovile juventino per rendere la squadra maggiormente competitiva in Europa come lo era stata nel suo primo quinquennio a Torino. E invece non solo non ha fatto meglio dei suoi predecessori, ma con la quasi certa eliminazione ai gironi di quest’anno farà anche peggio.

In Italia i risultati sono peggiorati.

Per quanto riguarda il gioco non si è trovato il bandolo della matassa. La squadra non c’è. L’idea di gioco nemmeno. E si iniziano ad avere dubbi anche sulla tenuta dello spogliatoio. La domanda che circola in questo momento è se tutta la squadra è con Allegri o meno. Sicuramente una parte di spogliatoio lo supporta senza remore, ma è altrettanto evidente che il dubbio che per alcuni giocatori la situazione inizi a destare dei dubbi. Soprattutto fra i nuovi arrivi. E su alcuni che possono essersi accodati ad alcune opinioni di ex giocatori (vedi DeLigt)

La situazione spogliatoio è sicuramente da monitorare.

Ma non possiamo dare tutte le colpe ad Allegri. Troppo facile.

E troppo facile è anche parlare di una situazione infortuni, che sicuramente c’è, ma non può essere usato in toto come scusante.

Anche perchè la piaga degli infortunati in casa Juventus c’è da un po’ di anni e quindi anche lì sarebbero da fare delle considerazioni.

E a sto punto passiamo ad analizzare le colpe della società. Che ci sono e non sono poche. Le scelte di mercato si stanno rivelando per tutta una serie di motivi completamente sbagliate. Al netto di Vlahovic, tutti i nuovi stanno rendendo molto meno del dovuto o addirittura niente. Alcuni mancati rinnovi di contratto potrebbero aver lasciato a questo punto dell’amaro in bocca o essere valutati sotto un’altra ottica.

Gli acquisti di Pogba e Di Maria si stanno rivelando un harakiri clamoroso. E aldilà degli infortuni, che potessero avere testa e gambe (da proteggere) dedicate al mondiale lo si poteva immaginare.

Ma anche Paredes, arrivato come salvatore della patria dell’ultimo minuto, sta rendendo molto poco rispetto alle previsioni.

Altro grave errore della società a questo punto potrebbe essere proprio il vincolo contrattuale con Allegri. Un contratto cosi lungo a cifre così importanti diventa difficile da gestire; e a questo punto rende difficile anche l’esonero che potrebbe essere a questo punto una soluzione.

E poi infine, ma non meno importanti, non possiamo dimenticare quello che a questo punto sembra essere l’errore primario della società bianconera, il vero peccato originale: aver lasciato andare via Marotta.

Da lì in poi la Juventus ha avuto un continuo declino tecnico, societario, sportivo e finanziario. I primi anni, dal punto di vista sportivo i problemi sono stati mascherati dal lavoro di Marotta degli anni passati e da Ronaldo. Ma ora a distanza di qualche anno, questi effetti sono sfumati e sembrano essere rimaste solo le ceneri della Juventus fiammante che era un tempo

chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche

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