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Accade oggi, 17 anni fa ci lasciava Franco Scoglio, allenatore del Genoa mai dimenticato

Il 3 ottobre del 2005 ci lasciava Franco Scoglio allenatore del Genoa mai dimenticato.

Abbiamo raccolto alcune sue dichiarazioni.

“Io non faccio poesia, io verticalizzo.”

“Sono un allenatore di strada, un po’ prostituta, che si arrangia.


Le caratteristiche che devono avere i miei giocatori? Senz’altro necessitano di attributi tripallici.

Quelli che hanno tre palle fanno il pressing, quelli che ne hanno due giocano al calcio, quelli che ne hanno una fanno le partite fra scapoli e ammogliati.

Come vedete non ho la coppola in testa e nemmeno la lupara incartata.”

“Noi siamo il Genoa e chi non ne e’ convinto posi la borsa e si tolga le scarpe.

“Ci sono 21 modi per battere un calcio d’angolo e 12 per battere una punizione.”

“Tutte le mattine devo alzarmi odiando qualcuno.”

“Lei, laggiu’ in fondo, mi deve ascoltare. Altrimenti io sto qui a parlare ad minchiam.”


“Che libidine quando perdo. La sconfitta mi esalta come le vittorie: posso riassaporare degli stimoli insostituibili.”



“La verità è che con me il figlio di Gheddafi non ha mai giocato e non giocherà nemmeno un minuto. Non amo subire i ricatti di nessuno.”

“L’avversario non decide. Sono io che decido come deve giocare.”

“Quando morirò, sono certo, lo farò parlando del mio splendido Genoa.”

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