

33 anni sono trascorsi da quel maledetto 3 settembre del 1989
33 anni fa moriva Gaetano Scirea. A 36 anni
Questo significa che il tempo passato da Gaetano su questa terra è inesorabilmente sempre più vicino al tempo da cui se ne è andato.
Il rammarico di noi appassionati di calcio è enorme. Niente di paragonabile, sia chiaro, a quello dei suoi cari e degli amici.
Ma è comunque enorme.
Perchè solo Dio sa quanto una figura come quella di Scirea sarebbe servita al mondo del calcio.
Nessuno sa se sarebbe diventato allenatore, forse no; oppure dirigente, più probabile.
La sua figura sarebbe stata di aiuto per la Juventus in momenti critici, come quello di calciopoli. Sarebbe stata utile in termini di scelte di uomini, di gestione, di conoscenza .
Mai banale, Gaetano. Umile. E alla Juve, va detto un profilo umile, sarebbe servito in alcune circostanze. Uno senza smanie di apparire, senza la necessità smaniare e sbracciarsi per farsi vedere.
Ma aldilà di quello Gaetano sarebbe servito al calcio, che perde valori e aumenta introiti. Che parla e non fa. Che urla e non propone.
Me lo immagino sorridente chiaccherare con Maldini prima di uno Juve-Milan a bordocampo. O spiegare a un Bonucci o a Chiellini come tenere lo spogliatoio nei momenti caldi.
Lo immagino a fianco di un giovane dirgli di mollare il cellulare nel sopraluogo all’Olimpico prima di un Roma – Juve e di guardarsi gli spalti vuoti per immaginarli pieni.
Lo immagino vicino al Mancio e a Vialli abbracciarsi dopo la vittoria di Wembley.
Poi mi sveglio. E penso che sia un vero peccato

chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche
