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Poca Juve. Vlahovic e la sua solitudine. La Samp la imbriglia!

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Poca Juve, troppo poca.

La Samp la imbriglia mettendola sulla corsa, sulla grinta e sulla compattezza. Finisce 0-0 a Marassi, con giusto un paio di emozioni per parte e per tempo.

La partita dei bianconeri è la perfetta immagine di quello che viene storicamente imputato alla squadra di Allegri. Fatica ad esprimere un gioco che le permetta di superare gli ostacoli che una squadra di valore più basso le mette davanti nel tentativo di portare a casa il risultato.

E così la partita si impasta su una fitta rete di passaggi orizzontali fra difensori che finiscono poi inevitabilmente nel cascare nella tentazione del lancio lungo su Vlahovic o sugli esterni.

Le mezzali non supportano a dovere gli esterni, che sono sempre troppo larghi, lasciando il centravanti serbo mai cosi solo dai tempi in cui era in Viola allenato da Iachini (che non a caso lo teneva in panchina preferendogli Cutrone).

In fase di impostazione Vlahovic aveva spesso il compagno più vicino a 30 metri che nella maggior parte dei casi era Rabiot. Se gli esterni dovevano stare larghi nel tentativo di allargare le maglie di una Samp messa 4-1-4-1, serve un uomo che sappia buttarsi nel mezzo ad affiancare la punta con più frequenza e meglio di quello che ha fatto il francese. Se quell’uomo manca forse meglio proporre altre vie di gioco.

Ad ogni modo che la partita con la Samp sarebbe stata più difficile di quella con il Sassuolo ne avevamo avuto l’impressione sin dall’inizio. Il Sassuolo ha nelle sue corde il gioco e per la Juve abbassare di 20metri il baricentro per cercare spazio in verticale ripartendo era cosa normale. La Samp questa possibilità non la dà. Corsa, densità in mezzo e una buona di aggressività nella propria metà campo le hanno permesso di reggere soffrendo nel complesso anche relativamente poco dal punto di vista del gioco.

Nel secondo tempo la musica è cambiata, ma solo leggermente. I bianconeri hanno accelerato un po’ (ma giusto un po’), la Samp ha iniziato a cadere sotto i colpi dei crampi e anche del cronometro con cui ha inevitabilmente iniziato a giocare.

Il gol annullato a Rabiot per fuorigioco di Vlahovic e la parata sul tiro sporco di Kostic su un traversone di Kean, sono la componente di buona sorte che la Samp si è meritata in nome della voglia che ha messo.

Non possono invece essere una scusante per una Juventus che vuole tornare a vincere. Gli infortuni, tanti e importanti, e la rosa, incompleta per bocca di Nedved, invece già possono esserlo di più.

Ma attenzione! Chiesa non tornerà prima di ottobre e dopo quasi un anno di stop. Pogba starà fuori ancora per un po’ ed è lecito pensare che viaggerà un po’ col freno a mano tirato, visto che le sue scelte in merito alla gestione dell’infortunio hanno come obiettivo il mondiale. Di Maria starà fuori anche lui qualche partita, sperando che la problematica non si allunghi.

Vista la densità di partite che ci sono da affrontare nei primi due mesi di campionato, il rischio di incappare in partite come queste per la Juventus non sono poche e già l’anno scorso i bianconeri hanno sostanzialmente perso la corsa scudetto nei primi due mesi. C’è il tempo di intervenire sul mercato, ma onestamente non c’è la certezza che possa essere Depay la soluzione ai problemi della Juve, che, anche oggi, dalla panchina ha fatto dei cambi che hanno alzato il ritmo, ma non mutato l’andamento tattico o dato i giusti strappi per rompere il muro della Samp.

La Samp sblocca la classifica. La sblocca bene, con un buon punto. La mano di Giampaolo si è vista, nelle difficoltà e nei tentativi di gestire la partita per quelle che sono le caratteristiche che poteva mettere in campo. Da segnalare la prestazione di Colley che vista la sopracitata solitudine di Vlahovic ha deciso di tenergli compagnia molto da vicino. Il serbo però sembrava non desiderarla più di tanto.

Una nota di merito al pubblico blucerchiato. Si merita di più di quello che hanno in questo periodo storico.

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