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Roma cinica: 6 punti, 2 gol fatti, zero subiti. Contro la Juve è primo grande test

180 minuti.

2 gol fatti. Un tiro da fuori e un colpo di testa in mischia.

0 gol subiti

6 punti e primato in classifica.

Sono solo due giornate, vero. Sono due partite con squadre di bassa classifica. Vero.

Però è una prima indicazione che mette la Roma nella casella delle squadre ciniche, equilibrate, che bada al sodo.

La squadra di Mourinho ha anche a tratti dimostrato un discreto calcio, con delle giocate di squadra abbastanza gradevoli; manca un po’ di precisione sotto porta, ma questo può essere anche legato ad una fase passeggera o comunque frutto di una serie di casualità.

Non è casuale invece la compattezza e l’equilibrio della fase di non possesso in cui i tre difensori sono difensori veri, sia singolarmente che di reparto, su cui tutta la squadra può fare affidamento.

Cristante dà sostanza e permette di gestire Pellegrini, tuttocampista come non se ne vedeva da tempo, di fare il bello e il cattivo tempo (per gli avversari) lungo tutto l’asse centrale, oscillando da uomo recupera palloni a giocatore di inserimento con visione di grandissimo spessore sia per l’ultimo passaggio che per la conclusione a rete. Che Giove, padre di tutti gli dei Romani lo benedica dall’alto della sua potenza e continui a prestargli i suoi fulmini con cui annientare gli avversari.

Sempre rimanendo nel campo delle divinità chi sembra aver girato le spalle alla Roma è la dea Fortuna. Se non bastava l’infortunio di Wijnaldum che lo terrà qualche mese fuori dai giochi senza neanche aver esordito all’Olimpico, oggi si è dimenticata un’altra volta di Zaniolo. Infortunio al braccio e prognosi ancora da valutare. Se ne faceva a meno.

Anche perchè gli strappi di Zaniolo, sembravano pian piano essere ritornati quelli che ce lo avevano fatto amare ai suoi esordi. In una squadra come quella organizzata da Mou, in cui il tempo fra il recupero del pallone e la verticalizzazione è minore di quello in cui Dazn si disconnette, le scorribande di Niccolò sono un’arma che può rivelarsi letale.

Quello che globalmente traspare è che la Roma, oggi assomiglia molto di più ad una squadra di Mourinho di quanto lo fosse l’anno scorso. E’ evidente che in questo processo ci sia la fiducia che la società ripone nei confronti del portoghese ( e ci mancherebbe il contrario) e i pieni poteri in fatto di scelta dei giocatori che gli è stata data. Anche nelle seconde scelte (a proposito Matic e Zalewski sono dei titolari aggiunti e se arrivasse Belotti varrebbe anche per lui la stessa cosa)

La Roma si presenterà quindi a Torino a punteggio pieno e qui si apre un altro capitolo. O forse proprio un altro libro.

La Juve non è la Cremonese e la Salernitana. Non lo è come tasso tecnico, quindi le difficoltà per la retroguardia saranno sicuramente maggiori. Ma non lo è anche nell’atteggiamento. Alle squadre di Nicola e Alvisi va dato atto di non aver fatto le barricate e aver provato quando le circostanze glielo permettevano di proporsi con un l’orgoglio di chi sa di conoscere il calcio che propone e come proporlo al meglio, ma di certo la Juventus farà una partita diversa, per quanto neanche Allegri ami particolarmente tenere il bando del gioco soprattutto con il tipo di assenze che ha attualmente.

Quindi la Roma potrebbe avere qualche margine di ripartenza in più a meno che la partita non parta subito in salita.

Di sicuro a Torino sarà il primo grande test per i giallorossi. Il miglior banco di prova per misurarsi di fronte ad un avversario di pari valore o addirittura superiore.

Per superarlo dovrà mettere in campo le sue migliori qualità

Praticità e cinismo questa è la Roma di Mourinho. Pratico e cinico: questo è Mourinho

 

chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche

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