Una specie di norma ad personam. O meglio, studiata a tavolino per il mercato e che avrebbe l’effetto immediato di sbloccare un singolo affare
Uno solo, almeno per ora. Ma chissà quanti poi potrebbero farsi venire la stessa idea. La Figc scriverà a breve una norma per introdurre, fin da subito, il diritto di riacquisto anche nelle operazioni di prestito con obbligo di riscatto. La cosiddetta recompra. E lo farà per permettere a Pinamonti di passare dall’Inter al Monza di Berlusconi.
Un intervento normativo per permettere un trasferimento non s’era forse visto mai. L’ha chiesta la Serie A, richiesta firmata dal presidente Lorenzo Casini, e per cui si sono spesi i due consiglieri federali: Claudio Lotito e Beppe Marotta. Anche perché questa norma potrebbe essere utile fin da subito all’ad nerazzurro: l’Inter ha un accordo per trasferire il centravanti Pinamonti al Monza neopromosso, la squadra di Berlusconi. La valutazione trovata per il giocatore è di 15 milioni, ma il Monza non può pagarli subito e propone l’obbligo di riscatto tra un anno in caso di salvezza. Solo che il timore dell’Inter è che – vista l’esperienza di Scamacca, che il Psg sta per acquistare a 40 milioni – tra un anno Pinamonti possa valere molto di più.
E vorrebbe tutelarsi. Come? Con la possibilità di riacquistarlo a una cifra più alta, magari 20 o 25 milioni, per poi rivenderlo al prezzo di mercato reale. Solo che il regolamento non lo prevede. Se fosse un semplice diritto di riscatto si potrebbe inserire il contro riscatto. Se fosse una cessione a titolo definitivo si potrebbe inserire il diritto di riacquisto. L’obbligo di riscatto non prevede alcuna opzione simile, oggi. E quindi, per colmare questa lacuna (all’estero già esiste), la Serie A ha chiesto alla Figc di scrivere una norma per permetterlo.
Quando la domanda è arrivata in Federcalcio, però, s’è acceso l’allarme rosso. Quando infatti nel 2018 fu introdotto il diritto di recompra per i trasferimenti a titolo definitivo, era diventato subito il grimaldello per una serie di plusvalenze reciproche: oggi la faccio io, domani (quando esercito il diritto di riacquisto) la fai tu. Allora la Figc ha decso di togliere la possibilità di usare la doppia plusvalenza ai fini di bilancio: conta solo la differenza tra le due cifre e solo a diritto esercitato. E da quel momento, niente affatto casualmente, la cosiddetta recompra è sparita dai radar: non la usa nessun club di Serie A, solo 5 operazioni in Serie C e una in B la prevedono. La prova che per i club era solo uno strumento per gonfiare i conti.
Così, quando la richiesta è arrivata, tutti hanno temuto un nuovo gioco di prestigio contabile. Anche perché a maggio la Serie A aveva inviato una pec per chiedere l’esatto opposto, ossia di cancellare del tutto la possibilità della recompra dall’ordinamento federale, visto che non serviva più a nessuno: abbastanza per accendere il sospetto. Ma dopo lunghi approfondimenti hanno scartato l’ipotesi di nuovi trucchi. Si tratta soltanto di una questione privata per chiudere un affare. E magari qualcuno è già pronto a seguire la stessa strada.
(Fonte La Repubblica )
