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9 luglio 2022 – 16anni dopo

Il 9 luglio del 2006 è uno di quei giorni che gli appassionati di calcio italiano si ricorderanno per sempre.

Come tutti i grandi momenti della storia, siano momenti belli, che tragici rimangono impressi nella nostra memoria e l’esercizio più comune è ricordare dove si era e cosa si faceva in quel momento.

16 anni fa ci apprestavamo a vivere una serata che rimarrà nella storia del calcio italiano, quella in cui ci laureavamo campioni del mondo per la quarta volta dopo 24 anni dalla vittoria di Spagna 82.

La finale l’avrei vista a casa di amici, i soliti, quelli con cui vediamo ancora le partite insieme a distanza di 16 anni e quelli con cui facciamo le vacanze insieme e le uscite serali nei weekend. E ripensandoci questo mi dà una discreta soddisfazione, vuol dire che certi valori rimangono nel tempo.

Quella domenica decisi di non andare al mare nonostante non passare una domenica soleggiata di luglio al mare rappresenti ancora oggi una rinuncia decisamente grossa. Il rischio però era troppo grosso, non potevo rischiare di rimanere intrappolato nelle code autostradali liguri (costante nel tempo da molti anni) e non godermi tutto il prepartita.

Fu cosi che con fantozziano anticipo rispetto all’inizio della partita previsto per le ore 20 eravamo tutti pronti. Pizze ordinate alle 18.30 e mangiate alle 19. Pizza orrenda, ma forse era il mio stomaco che avrebbe rigettato qualunque cosa.

Della partita mi ricordo una grande ansia, il rigore dubbio dato alla Francia, il momento di gioia strozzato in gola con Zidane che lo calciava sulla traversa e poi rimbalzava oltre la linea di porta. La paura di non farcela spezzata dal gol di Materazzi e quella tensione crescente sapendo che man mano che i minuti passavano avremmo faticato sempre di più.

Il gol annullato a Toni fu un altro urlo spezzato in gola, il secondo.

I supplementari furono una vera agonia. Loro stavano meglio e si vedeva.

Ma il momento clou stava per arrivare e con la testata di Zidane a Materazzi abbiamo avuto la sensazione di potercela fare e soprattutto che il Var era possibile e applicabile al calcio, solo che allora lo chiamavamo Moviola in campo, perchè era cosi che lo chiamava Biscardi al Processo del Lunedi.

Prima dei rigori tirai giù due bicchieri di sambuca. Man mano che i rigoristi si alternavano cercavi di capire le loro sensazioni:

Pirlo se la faceva addosso e io con lui, Materazzi sapevamo che avrebbe segnato perchè era la sua partita. De Rossi incognita enorme: se segnava riscattava il suo mondiale segnato dall’espulsione con gli Usa. Nel mezzo c’era stato l’errore di Trezeguet. Questa volta l’urlo non si era strozzato in gola. Questa volta traversa e poi fuori. Questa volta il rimpallo aveva dato ragione a noi.

Poi DelPiero. E li ci si poteva rilassare. Sapevi che era in cassaforte.

Grosso andò dal dischetto e tutta l’Italia con lui. I più lucidi si chiedevano perchè proprio lui. Col tempo lo scoprimmo.

Andammo a festeggiare. Aspettando la premiazione guardai tutti quelli che erano nella stanza con me. Sapevo che quel momento lo avrei ricordato a distanza di anni. Sapevo che quelli che erano lì in quel momento ci sarebbero stati a lungo.

chimico, appassionato di calcio, di tattiche e statistiche

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