La premessa è d’obbligo: non ci sono, in questo momento, grandi trattative sul tavolo del mercato: le big di Serie A sembrano essere orientate piuttosto a guardare al futuro, e soprattutto, ai bilanci.
La crisi economica che sta attraversando il mondo calcio è sotto gli occhi di tutti, e le speranze di ripartire (vedi Serie A: oggi si decidono le modalità di accesso allo stadio. Il green pass…) sono ancora fumose e prive di stabilità.
Ecco quindi la motivazione di puntare sui giovani, sul futuro calcistico, mettendo da parte, laddove possibile, tutto quello che stiamo vivendo.
Analizzando le trattative delle 20 squadre di Serie A balza agli occhi un dato importante: nessuna squadra può spendere grosse cifre, sia quelle di prima fascia, sia le medio piccole. Tutte le squadre pretendono di incassare, nessuna riesce a spendere creando un circolo vizioso incredibile.
L’unica squadra ad aver fatto un’operazione importante (in uscita) è l’Inter, con il passaggio di Hakimi al Psg (l’unica squadra al mondo che non sembra risentire della crisi), sistemando almeno temporaneamente i bilanci, con buona pace dei tifosi interisti.
E così, partendo proprio dall’Inter, è evidente che si cerchi un sostituto: è qui che viene il punto: l’Inter non riesce ad intavolare alcuna trattativa con nessun club sui giocatori che gli interessano: ci stanno provando con Nandez, Bellerin, Zappacosta, Hateboer: operazioni in prestito con pagamenti dilazionati in anni e anni… è normale che così nessuna squadra vorrà sedersi al tavolo e quindi si aspetta che le condizioni migliorino o che si apra il mercato anche di altri giocatori.
Il Milan ad esempio ha lasciato partire Calhanoglu e non lo ha rimpiazzato perchè attende un’occasione.
Lasciando il Belpaese la situazione non è migliore: il Barcellona sta regalando i suoi giocatori a chiunque pur di abbassare il suo monte ingaggi, arrivando addirittura a regalare i cartellini dei più forti (Pjanic compreso) pur di recuperare le spese.
Le società oggi sono pronte a fare delle minusvalenze da record, su giocatori chiave, che in tempi non lontanissimi sarebbero state delle follie economiche, pur di non dover corrispondere stipendi faraonici.
Parlando della Juventus: un tempo non avrebbe avuto alcun timore di andare dal Sassuolo per acquistare a titolo definitivo Locatelli: ora invece il ragionamento è diverso, ed è basato soprattutto sul futuro e sulla crescita del giovane ex Milan; oggi lo acquisto ad una cifra bassa, domani se il calciatore diventa davvero bravo allora pago un bonus ai neroverdi. Peccato però che il Sassuolo è una delle pochissime società che non ha necessità di vendere, e che se non è soddisfatta delle offerte si tiene tutti i giocatori.
E’ il mercato delle attese e delle strategie. Che riguardano anche i rinnovi e le scadenze di contratto. Mai come quest’anno si aprirà la stagione con tanti punti interrogativi. Per la Juventus il rinnovo di Dybala è anche strategico (non soltanto una convinzione tecnica): il prossimo anno, teoricamente, la Juve potrebbe perdere tutti i suoi tre big.
Questa strategia, a pensarci bene, si pone al contrario di quella che molti club stanno mettendo in pratica, cioè quella di andare a caccia del parametro 0, come il Psg, che però nel 2022 potrebbe perdere, gratis, un certo Mbappè.
La bolla degli stipendi dei giocatori (non per i top) è destinata a scoppiare. E quindi andare a scadenza non è più una garanzia di successo ma il margine di rischio si alza sempre di più. Come quello di risparmio però.
Oggi la fortuna – paradossalmente – è avere pochi contratti in pancia, alla faccia della progettualità. Ma oggi è importante sopravvivere. Si penserà poi a quei benedetti 11 se sono forti o meno. Oggi è importante che siano 11.

Giornalista Pubblicista, Direttore Responsabile di Momenti di Calcio. Appassionato di calcio e laureato in Giurisprudenza presso l’Università Roma Tre
