
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è intervenuto in collegamento telefonico nel corso di un forum sul riscatto sociale attraverso lo sport al Centro Commerciale Jambo, a margine della presentazione di una mostra fotografica su Maradona: “Riscatto? Quando sono arrivato, venivo da Los Angeles dopo un film, passavo da Capri per una decina di giorni di recupero vacanziero come da anni. Lì mi dissero che il Napoli era fallito, e non masticando nulla di calcio, anche se mio padre mi fece vedere quelle poche partite proprio del Napoli, contro il parere della mia famiglia ho provato a prendere questo pezzo di carta, credo per 37mln senza avere un calciatore e nulla, prendendomi in carico anche degli impiegati e così cominciai in C col campionato già iniziato. Andavamo sui campi di patate, ci chiudevamo negli spogliatoi, le squadre avversarie volevano quasi ammazzarci perché eri blasonato e c’era quella voglia di distruggerci. Di tempo ne è passato, 18 anni, pentimento nessuno, i tifosi napoletani sono unici e aver vissuto il ricordo di Maradona, conoscendolo già da prima per un film con lui che interpretava se stesso, è stata una grossa esperienza fino al giorno in cui purtroppo è mancato. Dovevamo incontrarci, stiamo proprio mettendo a punto una serie sulla storia del Napoli”
Sulla semifinale dell’Italia: “Bisogna andare a fronte alta, senza paura, ho visto la Spagna traballante, non ha mica vinto ad occhi chiusi. L’importante è essere sfrontati, se fai sentire la tua paura allora gli altri se ne accorgono”.
Se Insigne fa altri 2 gol ti rovina il bilancio? “E’ un prodotto del vivaio, Santoro che ora è tornato con noi, un napoletano che conosce il territorio, lo scovò tanti anni fa. Dipende da lui, se poi Insigne mi dice che si è stancato e non vuole relegarsi e girare l’Europa, sarà una sua decisione, non certo nostra”.
Redattore, appassionato di calcio italiano ed estero… Curo e seguo con molta attenzione tutti i migliori campionati esteri.
