

Pirlo, ha provato a scuotere l’ambiente con un progetto ambizioso offensivo, fatto di occupazione totale dei corridoi orizzontali del campo, cinque o sei giocatori a scambiarsi i ruoli in attacco, costruzione bassa, uno o due organizzatori in appoggio alla cospicua batteria di assaltatori, pressing alto e riaggressione appena persa la palla
Un’idea che necessitava del tempo necessario per essere assimilata durante la settimana. Gli impegni ravvicinati, però, hanno limitato l’addestramento tattico e così, visti anche i risultati altalenanti, la Juve si è rifugiata nell’ovvio: baricentro più basso, difesa posizionale e sfruttamento degli strappi offensivi di gente come Ronaldo e Chiesa.
Molto ha contribuito l’assenza di Arthur, giocatore chiave nel dare il via alla fase di costruzione. Senza di lui la speranza è quella di recuperare il pallone in zone alte di campo, a ridosso dell’area avversaria, e proprio questo era il progetto iniziale di Verona, con una squadra schierata con due trequartisti (Kulusevski e Ramsey) alle spalle di Ronaldo.
Il progetto tattico era quello di aggredire i tre difensori avversari in una sorta di replica dell’usuale piano strategico del Verona di Juric. Esaurita la furia iniziale, e il pressing conseguente, i bianconeri hanno finito per consegnare troppo campo agli avversari, difendendosi con una sorta di 5-4-1 con Chiesa e Bernardeschi ad aiutare sulle fasce i tre del reparto arretrato e Kulusevski e Ramsey allineati a Bentancur e Rabiot.
Trovato il vantaggio (non a caso con un’iniziativa Chiesa-Ronaldo, i due più adatti allo sfruttamento degli spazi in campo aperto), la Juventus avrebbe potuto gestire la partita lasciando l’iniziativa al Verona e pungendo in contropiede.
Invece ha preso il gol a difesa schierata, con Barak libero di colpire senza trovare troppa opposizione, a dimostrazione del fatto che, comunque, questa squadra non ha le caratteristiche per difendere bassa (soprattutto quando non ci sono Bonucci e Chiellini).
Gli alibi non mancano, ma ci sono squadre capaci di avere un’identità precisa anche quando mancano titolari importanti e di livello inferiore a quello bianconero (Atalanta, Spezia, Sassuolo e Verona, per esempio). Uno dei motivi che devono spingere alla riflessione tutto lo staff tecnico bianconero.
(Fonte Sportmediaset)

