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Inter: No Lukaku-no party, senza le reti dell’attaccante Conte sembra non avere ne idee e ne un piano b

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Il colpo di testa di Alexis Sanchez “parato” da Romelu Lukaku è una delle immagini più emblematiche dell’Inter che scivola via dalla Champions League come ultima nel proprio girone. Difficile, però dare qualche colpa al gigante belga: ieri non ha giocato la migliore delle sue partite. Ma se non segna lui, specialmente in Europa, non lo fa nessuno.

Sette gol, quattro di Lukaku. L’incidenza dell’ex Manchester United sulle marcature Champions dei nerazzurri è presto spiegata: segna solo lui, o quasi. Gli altri tre gol sono arrivati, uno a testa, da Perisic, Lautaro e Darmian. Peraltro, solo quello di quest’ultimo è stato “utile”, dato che il croato e l’argentino hanno segnato nella sconfitta di Madrid col Real. E, nella serata storta di Lukaku, sarebbe stato utile avere qualcun altro in grado di segnare.

Il famoso piano B. Circa il quale Conte si è inviperito, ma numeri alla mano è abbastanza innegabile che l’Inter, specie in Champions, sia stata monodimensionale sotto porta. Palla a Lukaku e c’abbracciamo, se va tutto bene. Responsabilità, in realtà, probabilmente divise tra il tecnico e i singoli: mancano i gol di Eriksen (e Nainggolan), certo, ma anche quelli dei vari Vidal, Sanchez, Hakimi. Tutta gente che ha dimostrato in carriera e in stagione di poter dire la sua. Ma in Champions ha deluso.

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