

Nei giorni in cui Kolarov svuotava l’armadietto ecco che Pedro varcava i cancelli di Trigoria. Lo spagnolo non ha rinnovato col Chelsea dove negli ultimi mesi trovava meno spazio di quello che chiedeva. Il fenomeno di Tenerife, a cui in bacheca manca solo il Telegattone, non è affatto venuto in vacanza pre-pensione. E lo ha dimostrato in questo primo scorcio di campionato al fianco di un altro “scarto” della Premier: Mkhitaryan. L’armeno in estate si è liberato dell’Arsenal ed è stato un affare da zero euro per la Roma che un anno fa aveva speso 3 milioni per il prestito. Oggi rappresenta il terzo tenore di un attacco tutto formato Premier. Stesso percorso per Szczesny che resterà in prestito per due anni alla Roma formando con Alisson la coppia di portieri più forte del mondo prima di non essere riscattato vista l’esplosione del brasiliano. Non c’è bisogno di presentazioni: Edin Dzeko. Il bosniaco destinato a diventare a breve il terzo bomber più prolifico della storia della Roma arrivò in un caldo giorno di agosto, sempre nel 2015 e sempre grazie ai buoni uffici di Franco Baldini. Il Manchester City ne aveva goduto abbastanza e, dopo 5 stagioni e due scudetti, aveva deciso di cambiare in attacco. Così ne approfittò la Roma brava a battere la concorrenza della Juve e a prenderlo per soli 15 milioni oltre a bonus e commissioni che faranno lievitare l’investimento totale nell’esercizio del 2017 a 21 milioni. Comunque poco per uno che ha segnato, solo a Roma, ben 108 gol. Più ostica, infine, è stata la trattativa per portare Chris Smalling. Il 5 ottobre il difensore inglese, dopo un anno di prestito a 3 milioni, è finalmente potuto tornare nella capitale. Ma alle condizioni della Roma visto che il cartellino è stato pagato 15 milioni se escludiamo i 5 di bonus per la vittoria (ahinoi) improbabile della Champions nei prossimi 4 anni.
Fonte: Romanews

Redattore, appassionato di calcio italiano ed estero… Curo e seguo con molta attenzione tutti i migliori campionati esteri.
