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In principio fu Weah, ora Rabiot, Zaniolo e Fofana: tutti fenomeni o semplicemente si gioca da fermo?

Chi non ricorda la splendida cavalcata contro il Verona di quel fenomeno assoluto che fu George Weah ai tempi del Milan?

Il centravanti liberiano prese palla dalla propria area di rigore e andò a segnare attraversando tutto il campo seminando avversari e tentativi di placcaggio.

Un gran gol che per anni non ha vito eguali.

Invece, nel campionato italiano post Covid 19 in poche settimane abbiamo assistito a tre gol più o meno simili segnati da calciatori bravi ma non certamente fenomeni del pallone come Weah.

In ordine di tempo abbiamo visto scorrazzare per il campo milanista Adrien Rabiot, poi Nicolò Zaniolo seminare gli avversari della Spal e ieri un imprendibile Seko Fofana far impazzire la difesa bianconera.

Come mai questi gol seriali che fanno urlare solo i telecronisti sportivi come se avessero visto marziani sui campi di calcio?

Son tutti fenomeni o più semplicemente che il calcio visto in Italia a giugno e luglio è pressoché grottesco con calciatori fermi e partite che sembrano più di basket che di calcio con uno che attacca e l’altro che difende?

Verosimilmente la seconda, diremmo.

E allora non esaltiamoci tanto se un calciatore fresco entra e semina come birilli avversari sfiniti da caldo e gare ogni tre giorni.

Semplicemente, cerchiamo di finirla in fretta con questa pagliacciata e torniamo al calcio che amiamo.

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