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Gianmarco Tamberi: “Stupito positivamente dal mio debutto stagionale. Radermi la barba a metà? E’ nato tutto per gioco…”


Gianmarco Tamberi è stato intervistato dalla redazione di SuperNews. L’altista di Civitanova Marche, ritornato sui campi sportivi nella competizione del “Bruno Zauli”, si è raccontato ai nostri microfoni, svelandoci il retroscena della sua caratteristica barba a metà e i suoi nuovi obiettivi. Tamberi ci ha raccontato, inoltre, dei momenti difficili che lo hanno messo a dura prova, come l’infortunio che lo ha costretto a rinunciare alle olimpiadi di Rio, nel 2016. Gimbo, come spesso viene chiamato, ha infine spiegato in che modo e in quali termini la sua disciplina si differenzi dalle altre.

Nella competizione del “Bruno Zauli”, dopo quasi 4 mesi di stop, hai raggiunto i 2.25 al primo tentativo e sfiorato i 2.30 al terzo. Sono dei risultati prestabiliti, ti aspettavi di far meglio o sei sorpreso tu stesso del risultato?
La risposta esatta è l’ultima. Sinceramente, non mi aspettavo di esprimermi in questo modo, soprattutto perché la mia rincorsa non è stata quella totale, ma è stata più breve, quindi saltare 2.25 al primo tentativo e sbagliare di poco i 2.30 è già un risultato di livello. Il fatto di non gareggiare contro avversari, di non avere un pubblico ad assistere sono fattori che influenzano la prestazione in negativo. Per questa ragione, riuscire a fare 2.25 al primo tentativo e fallire di poco i 2.30 credo sia stata la prova di una buona prestazione. Devo dire di essere sorpreso in positivo.

Il 25 giugno gareggerai in una competizione inedita: quattro campi sportivi da diverse parti del mondo (Ancona, Giaveno, Germania e Le Bahamas) saranno uniti virtualmente in un’unica manifestazione, in una sorta di Italia contro il resto del mondo, con te e Sottile a rappresentarci. Cosa ti aspetti da questa competizione e dai tuoi avversari?
Sicuramente, sarà un format completamente nuovo, dal momento che si tratterà di una gara in cui saremo tutti davanti a uno schermo: io da Ancona e Stefano da Torino, un atleta tedesco dalla Germania e un ragazzo delle Bahamas, che gareggerà dall’altra parte del mondo. Sarà un contesto particolare, come tutte le novità divertente. Abbiamo cercato di rivedere la stessa idea di “gara” per rimodularla sottoforma di competizione a squadre, “Italia contro il resto del mondo”. Tutti i dettagli verranno spiegati prossimamente. Speriamo che, grazie a questa iniziativa, riusciremo a tirarci  a vicenda e a trovare nuovi stimoli, l’uno dall’altro.

Ti vedremo competere con la barba rasata a metà? Come è nata l’idea di raderti per metà?
Per forza. Altrimenti non sarei io. (Ride). L’idea è nata un po’ per gioco, nel 2011, prima di una gara che mi presentava come favorito. In realtà, mi lasciavo alle spalle un infortunio importante, e avevo paura di deludere le aspettative, di non essere all’altezza di quello che la gente potesse immaginare. Ero molto teso e, per stemperare la tensione, decisi di tagliarmi la barba per metà. Ho fatto una cazzata. (Ride). In quella gara, però, raggiunsi un ottimo risultato, che mi portò a vincere con grande distacco. Mi stupii di quanto riuscii a saltare, e associai quel risultato al particolare taglio della barba. Da allora, è diventato il mio personale rito scaramantico.

Quali tra i tuoi tanti successi ha un valore particolare?
I campionati italiani del 2016 disputati ad Ancona. Nonostante si tratti di una competizione meno prestigiosa rispetto ad altre, in quel momento ero davanti al pubblico di casa, davanti ai miei parenti. Riuscii a saltare i 2.36, mi avvicinai tantissimo anche ai 2.40, misura che contraddistingue i buoni saltatori dai saltatori che hanno fatto la storia. Fare tutto questo davanti ai miei familiari, ai miei amici, alla mia città è stato bellissimo.

L’infortunio alla caviglia sinistra subìto nel 2016 ti tolse la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Rio, dopo aver stabilito a Montecarlo il nuovo primato italiano del salto in alto: 2.39. Cosa passa nella mente di un atleta, di un campione del tuo calibro, in una situazione così delicata e difficile? Quali sono i punti di riferimento a cui aggrapparsi per potersi rialzare?
Inizialmente, la sensazione è quella di aver perso l’unica cosa a cui si tiene di più al mondo, il sogno che si coltiva da sempre: conquistare la medaglio d’oro alle Olimpiadi. Procedeva tutto in maniera perfetta, avevo stabilito il nuovo record italiano a venti giorni dalle Olimpiadi. Ero in una condizione stratosferica. Con quell’infortunio, ho perso tutto in un soffio. E’ stato un dramma. Per una settimana, ho fatto realmente fatica a fare qualcosa di diverso dal piangere. Poi, fortunatamente, sono riuscito a reagire, a rimboccarmi le maniche, a darmi un’altra opportunità, forse anche più grande: un’eventuale vittoria alle Olimpiadi di Tokyo varrebbe mille delle medaglie di Rio.

 

INTERVISTA INTEGRALE SU:https://news.superscommesse.it/atletica/2020/06/gianmarco-tamberi-a-supernews-stupito-positivamente-dal-mio-debutto-stagionale-radermi-la-barba-a-meta-e-nato-tutto-per-gioco-400034/

 

 

Giornalista Pubblicista, Direttore Responsabile di Momenti di Calcio. Appassionato di calcio e laureato in Giurisprudenza presso l'Università Roma Tre

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