

La Serie D non riparte e anche il futuro è incerto tra crisi aziendali e la fuga degli sponsor
Mentre i fari dell’informazione sono totalmente puntati sul massimo campionato di Serie A, oramai pronto a ricominciare, la Serie B programma a sua volta la ripartenza, la Serie C discute su play-off e play-out, il calcio femminile spera nella ripresa del massimo campionato. La Serie D, invece, è alle prese con lo stop della stagione, che per molti calciatori dilettanti significa una drammatica situazione economica, visti l’assenza degli ammortizzatori sociali, la crisi di aziende e sponsor impossibilitati a finanziare i club, la coperta cortissima degli stipendi mascherati da rimborsi spese e i settori giovanili della provincia italiana, serbatoio del movimento, di fatto paralizzati.
Come riportato da la Repubblica nell’intervista a Evan Cunzi, 36 anni, centravanti del Latina (12 gol in 21 presenze, prima dell’interruzione del torneo), una lunga carriera per lo più in serie C, da due stagioni in serie D: l’attaccante spiega che i calciatori della categoria, dilettanti di nome ma professionisti di fatto, sono pronti a bloccare la prossima stagione, se non verranno ascoltati.
Ma ad alzare la voce non sono solo i giocatori, decine di città e paesi della provincia italiana infatti stanno rischiando di perdere da un giorno all’altro la loro squadra. Una situazione drammatica, aggravata dal fatto che il tutto scivola via sottotraccia, senza che i riflettori dell’informazione riescano a raggiungerla.

Laurendo in Lettere all’Università di Roma Tre, appassionato di calcio ed in generale di tutti gli sport.
