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Coronavirus: si riprende o no? La fumata grigia sul calcio

Le parole di oggi, apparentemente di apertura, del ministro Spadafora sulla ripresa dello sport in Italia dal 4maggio, hanno suonato come una fumata grigia che, ovviamente, attende sviluppi più chiari.

Infatti, non emerge ancora con chiarezza quale sia la vera posizione del Governo, alle prese con l’organizzazione della Fase 2 che comincerà il 4 maggio -per alcune aziende già da lunedì-, e che comporterà ad un allentamento delle misure che stanno dando i primi, veri miglioramenti, con il numero dei malati che, seppur in altalena, continua a scendere progressivamente.

Ma come esistono le aziende che devono ripartire con i loro operai, ce ne sono anche del calcio,  nonostante non sia così prioritaria la sua ripresa, al di là dell’appello dell’Uefa di completare le manifestazioni nazionali entro il 3 agosto, in modo da poter completare le coppe europee entro la fine di quel mese.

E degli operai che lavorano nel calcio ve ne sono tanti, attualmente chiusi nel limbo di appelli e giravolte da politichesi che, come tipico in queste situazioni, sanno dare i segnali più contraddittori e lasciano sempre perplessità.

Forse parlare di calcio non è necessario, ma di lavoro sì. Ne va della salute economica di decine di migliaia di lavoratori che vivono di questo. E, a pochi giorni dal 25 aprile e soprattutto dal 1°maggio, è importante dare un  segnale chiaro sulla tutela di chi si spacca la schiena quotidianamente per fornire i calciatori di tutto l’occorrente.

Peredersi in discorsi astrusi ora serve a poco. Occorre agire, e in fretta.

Prima che la fame si inghiottisca il coronavirus e i lavoratori.

Gianluca Dozza

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