Il numero uno del mondo solleva la questione: “Non vorrei essere costretto da qualcuno a prendere un vaccino per poter viaggiare”
Vaccinarsi per giocare? È l’ultima domanda che si pongono i tennisti. Ad affrontare il dilemma è Novak Djokovic, che si chiede il da farsi nel caso diventasse obbligatorio doversi vaccinare per tornare a gareggiare. “Personalmente sono contrario alla vaccinazione e non vorrei essere costretto da qualcuno a prendere un vaccino per poter viaggiare” ha detto chiaro e tondo il numero uno del mondo, che recentemente ha donato un milione di euro all’ospedale di Bergamo. “Ma se diventa obbligatorio, cosa accadrà? Dovrò prendere una decisione. Ho la mia opinione sull’argomento e non so se quei pensieri cambieranno ad un certo punto, non lo so. Ipoteticamente, se la stagione dovesse riprendere a luglio, agosto o settembre, anche se è improbabile, capisco che un vaccino diventerà un requisito prioritario, subito dopo che saremo fuori dalla quarantena. Ma non c’è ancora nessun vaccino”.
Comprensibili le parole del tennista serbo che rivolge l’attenzione non tanto sull’efficacia in sè dei vaccini, quanto sul vincolo del termine obbligatorietà che sembra dilagare quasi ad invadere il campo del buon senso.
In realtà i medici hanno affermato che i vaccini contro il virus respiratorio non sarebbero stati pronti fino al prossimo anno: quindi niente tennis per l’intero 2020 che resta. Al momento il tennis ha sospeso tutti i tornei fino al 13 luglio.
fonte la Repubblica
