L’ex allenatore della Roma, Eusebio Di Francesco, è nuovamente tornato su delle parti della sua esperienza in giallorosso in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport.
Si è partiti dal mercato ancora una volta: le cessioni rimpiante di Nainggolan e Strootman ma non solo. Anche giovani da aspettare e un adattamento obbligato alle caratteristiche di alcuni nuovi acquisti: “Sono state fatte delle scelte non corrette, a cominciare da quella che rimpiango più di tutte, le partenze di Strootman e Nainggolan. Strootman è un giocatore straordinario, con la sua partenza abbiamo perso personalità e lo abbiamo pagato in continuità di risultati. Ho il rimpianto di non aver insistito a farlo restare, ho assecondato la sua decisione. I risultati altalenanti del secondo anno non ci furono nel primo, nonostante il caos con il mercato di gennaio, Dzeko in bilico, stava per andare al Chelsea. I giovani andavano aspettati, ho dovuto rivedere il sistema di gioco per adattarlo alle caratteristiche di certi giocatori. Under è dovuto maturare, Kluivert ha avuto bisogno di tempo. Poi Zaniolo. Tutti mi dicevano che era un ragazzino complicato, io non ho avuto nessun problema con lui, all’inizio alcune volte l’ho ripreso davanti alla squadra ed è diventato il gioiello del calcio italiano“.
Poi il rapporto con Pastore, non dei migliori anche se per Di Francesco il valore dell’argentino non si discute: “Non voglio attribuire responsabilità a nessuno. Anche quest’anno si è visto che il problema principale è il fisico. Non abbiamo avuto un buon rapporto, ma non riesco ad avere rancore per certe sue dichiarazioni. Non è riuscito a render come ci si aspettava, ho visto che anche quest; anno aveva grande voglia ma non gioca da mesi. La qualità non è in discussione“.
Spazio anche a Daniele De Rossi che tentò di bloccare il suo esonero: “Sicuro. Daniele è uno di quelli che ha chiamato il presidente per evitare il mio esonero“.
Nella seconda stagione tutto naufraga rapidamente ma Di Francesco ci tiene a ribadire che nessun calciatore della Roma remò contro di lui: “Io dico sempre che l’allenatore è un uomo solo, ribadisco nessuno ha mai giocato contro“.
In ultimo la continua lotta con gli infortuni, problema ancora attuale in casa Roma: “La Roma di Pallotta ha raggiunto il massimo con me in panchina. Nonostante gli infortuni, che sono ancora tanti. Trovare una spiegazione non è facile. a volte ci sono giocatori predisposti. Pensate a Pastore. Io vengo criticato perché cambio tanto, ma a volte tolgo un titolare per il timore che si infortuni“.
Storia di un rapporto, quello tra Di Francesco e la Roma, parecchio a fasi alterne.
Pier Francesco Miscischia

Laureato in giurisprudenza ma anche grande appassionato di sport e soprattutto…di calcio: ecco la spinta giusta per scrivere di ciò che adoro!
