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Quando Pochettino disse a Momenti Di Calcio: “Questo è il mio modo di intendere il calcio”

Mauricio Pochettino è stato esonerato ieri sera dal Tottenham che gli ha rimproverato principalmente il fatto di non essere seguito più dai suoi giocatori.
Il tecnico argentino, fedele alle sue idee, giocoforza ha dovuto lasciare la panchina degli Spurs che occupava da cinque anni a Josè Mourinho.

Persona sempre coerente, Pochettino: ci piace riproporre ai nostri lettori uno stralcio dell’intervista rilasciata 10 anni fa alla nostra collega Daniela Asaro Romanoff, allorquando il tecnico argentino allenava l’ RCD Espanyol ed in particolare la sua concezione di spirito di squadra e dei rapporti con i calciatori.

Queste le parole di Mauricio Pochettino:

Hai iniziato a giocare a 17 anni nella prima squadra: ‘Newell’s old boys’, fondata dagli inglesi a Rosario, quindi possiamo dedurre che avevi un ottimo talento calcistico e hai incontrato dei bravi allenatori.

Ho avuto la fortuna di incontrare l’allenatore Marcelo Bielsa.

Come mai ti ha attratto il calcio e non altri sport?

Ho iniziato a giocare a calcio quando ero un bambino piccolissimo, semplicemente perché per divertirsi a giocherellare a calcio basta un pallone e uno spazio verde anche non molto grande. Andavo a vedere le partite con mio padre, è stato lui a trasmettermi la grande passione per il calcio. La mia famiglia non mi ha mai ostacolato, anche quando ho dovuto lasciare l’Argentina per venire a giocare in squadre europee.

Voi visionate le partite con tutti i ragazzi, per capire, apprendere, studiare e migliorare, ma preferite il rapporto individuale se si tratta di risolvere dei problemi.

L’amicizia e la stima reciproca è la nostra forza, ed è questa la forza che cerchiamo di trasmettere anche ai calciatori, se non sono amici, se non c’è coesione, che squadra può mai essere?

Non servirebbe a niente convocarli per parlare dei problemi, ognuno li interpreta a suo modo, quindi se ne starebbero muti ad ascoltarmi, invece, quando parlo con il singolo giocatore, si apre e nasce il dialogo.

 Come mai oggigiorno il tifoso è diventato talmente superficiale da non riuscire a capire il talento dell’allenatore e neppure il talento del calciatore?

E’ così in Italia e anche in Spagna, siamo in una società superficiale, per cui è apprezzato il futbòl resultadista, la gente vuole il risultato e subito, non comprende più il programma di lavoro di un allenatore e di una squadra.

 

Daniela Asaro Romanoff

 

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