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Ecco perché il rigore di Lazio-Lecce non è stato ripetuto: corretta la decisione dell’arbitro di non convalidare la rete di Lapadula

Lecce torna a casa da Roma con una sconfitta per 4-2 sul campo della Lazio condita da tante polemiche, soprattutto dopo l’annullamento del gol del 2-2 di Lapadula che aveva segnato sulla ribattuta del calcio di rigore di Babacar parato da Strakosha. Le immagini del VAR mostrano come l’attaccante giallorosso fosse effettivamente entrato in area prima che il compagno tirasse il penalty ma accade lo stesso per due giocatori della Lazio: allora perché è stata punita la squadra ospite?

In caso di rigore non segnato, se un attaccante entra in area prima della battuta va dato un calcio di punizione indiretto. Se invece è un difendente ad entrare in area anticipatamente, va ripetuto il penalty. Ma allora perché la squadra arbitrale ha giudicato più grave l’infrazione di Lapadula rispetto a quella dei difensori biancocelesti? Di fatto sono state applicate le linee interpretative stabilite dall’AIA. 

Siccome è stato Lapadula il primo a toccare il pallone, tocco decisivo perché diventa gol, è stato assegnato un calcio di punizione indiretto. Fosse stato un difensore il primo a toccare il pallone ribattuto, andava ripetuto il rigore (e sarebbe andata così anche se Babacar avesse segnato dal dischetto). In pratica, dato che l’esito del penalty (parato) è stato favorevole alla squadra difendente, si considera più grave l’infrazione commessa dal giocatore del Lecce.

(Fonte Sportmediaset)

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